Ok, the day after. Ci sono andata, ero là con chi ha organizzato e voluto partecipare alla fiaccolata contro la violenza gratuita a Milano.
A dire il vero, non sono abituata a partecipare a queste cose, anzi, diciamo che non lo sono mai stata, ma questa volta l’ho voluto fortemente.
Perché la violenza gratuita contro persone, animali, sentimenti, ideologie, natura… sta aumentando in modo esponenziale e non se ne può più direi. Ho un figlio e questo, da mamma, mi permette di capire che vorrei insegnarli il rispetto per tutto ciò che deve essere vissuto nel migliore dei modi.
E non mi riferisco al fatto che un domani mio figlio si possa innamorare di un uomo… ma che non faccia del male anche solo attraverso battute di cattivo gusto, verso chi ha scelto (che poi si può dire che è una scelta? Credo sia una situazione spontanea…) di amare in un altro modo. Soprattutto non insistere e non umiliare.
Perché noi poveri bigotti siamo sempre stati pronti a puntare il dito. O meglio gli altri. Perché io ho voluto “sfanculizzarlo” quel dito puntato, quelle paure che mi hanno inserito nella testa da piccola verso chi è gay o lesbo, quel “non è così, non è giusto”.
Perché noi poveri bigotti siamo sempre stati pronti a puntare il dito. O meglio gli altri. Perché io ho voluto “sfanculizzarlo” quel dito puntato, quelle paure che mi hanno inserito nella testa da piccola verso chi è gay o lesbo, quel “non è così, non è giusto”.
Io c’ero. Ho trovato amici e colleghi, verso i quali mai si è parlato di come e di chi si ama, perché si è semplicemente cosi, senza mettere etichette. Alla fine un abbraccio è un abbraccio, un bacio è un bacio e l’amore? Beh anche quello è in diverse forme: dall’amicizia, al sesso, ad una vita insieme… non sono pur sempre forme diverse d’amore?
Ieri sera non ci sono state interferenze. Tutto è stato ricco di significato ma nessuno show né attacco da parte di qualcuno controparte. Un corteo “importante”, fatto da persone “normali”. In mano molte candele e bandiere legate. Una passeggiata per dire no alla violenza soprattutto, quella gratuita. Si sono sentite battute, chiacchiere, sorrisi e in chiusura un grande applauso, come a sottolineare la forza di chi fosse proprio li, in quel momento.
Mi piaciuta, molto. L’ho sentita, ancora di più. Ero con chi stavo bene. A parlare di cose serie, e a ridere di cazzate. Ho incontrato famiglie, uomini in giacca e cravatta, ragazzi con la maglietta heavy metal sfilare in corteo.
Io etero e loro no. O loro gay e lesbo e io no?
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