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06 gennaio 2010

L'incredibile sindrome del fare cazzate



Mai capitato di continuare imperterriti a fare una cazzata dopo l'altra? Che poi a te tanto cazzata non sembra ma che lo è per chi hai di fronte?
E immancabilmente non riuscire a fermarsi... continuare nell'errore che genera errore e invece che tenere allontanare l'allontanabile? Ecco... se si... datemi l'antidoto.

Perchè come una malata di eroina non riesco a smettere, quindi o mi rinchiudo in una comunità a svernare e ad arare i campi col sudore della fronte e a suon di batoste ne esco o ho semplicemente bisogno di un antidoto via endovena che magari risulta anche più veloce. Certo se posso, scelgo la strada più breve, onde evitare ulteriori cazzate senza fine e spaccare anche l'ultimo pezzo della mia capacità di ragionare.

Che già in questo momento i miei neuroni stanno giocando a palla mano tentando di massacrarsi per poi mandare gli altri in "prigione" dove con sprezzo del pericolo tentano di liberarsi per proseguire a mazzate con gli altri.

Peccato che tra le altre cose l'albitro si sia defilato a gambe lavate onde evitare di essere mazzulato pure lui.

Quindi? Quindi in alcuni casi ci vorrebbe l'intervento di corde da scalatore con cui legami al primo oggetto di metallo che non possa essere rotto o divelto in nessun caso e lasciarmi li sempre a svernare sperando che una volta ferma, io possa non nuocere ad alcunchè. Tanto meno alle persone a cui voglio bene, che immancabilmente per la paura di perdere, a volte diventano la palla nella partita dei miei neuroni.

Il fatto, per altro, è che l'unica coppa che si vince è quella dedicata ai deficienti, quindi, nessun torneo di rilievo direi da portare avanti. Ci sarà da qualche parte ancora un sacchetto di piccola ragione da usare in questi casi: e già me lo hanno detto sempre tutti di essere più ordinata... mannaggia a quando non gli ho mai dato retta...

Ora mi tocca spurgare tutto... già... le scene da bimba con lacrimoni agli occhi umidi e le mani giunte direi che sono assolutamente fuori moda, e per altro non hanno mai sorbito l'effetto desiderato, soprattutto quando qualcuno ha già contato fino a 100 (che poi per l'amor di Dio, anche le pecore di notte raggiungono quel numero in fretta quando non hai sonno, però in effetti mica tutti contano veloci come me...) ... se poi di fronte hai, spesso, ancora il vecchio muro di Berlino beh che dire... la rivoluzione non sono di certo io a poterla fare anche perchè con un martello o al massimo il Victorinox che ho in borsa dove vuoi arrivare? E sedersi su quel muro è pure scomodo, anche perchè stiamo sempre parlando di inverno ed è pure rigidino quest'anno...

Che dire alla fine? Scappare? Naaa, non serve a niente, mi ritroverei a fare cazzate con i pinguini al Polo e se mi va meglio con corallo dei mari tropicali. Continuare? Beh ce ne è già stata una di bomba di Hiroshima che ha devastato tutto e direi che non è per nulla una buona idea, anzi, da imbecilli fare terra bruciata intorno. Imparare a incassare i colpi? Beh già un piccolo inizio per capire che non sempre si può andare oltre, visto che chi poi richiede rispetto, per lo meno deve darlo per avere la sua parte tranquilla, poi se non lo ottieni è un altro discorso.

Smettere. Già. Perchè alla fine volere bene è quello. Sapere rinunciare a volte. Al solo dirlo mi viene l'orticaria mi spiace... però bisogna scriverlo e tatuarselo ben visibile. Così magari ci si riesce.

Sta di fatto che se avete l'antidoto o le istruzioni vi prego di spedirmele, ve ne sarò eternamente grata (anche chi mi sta intorno mi sa... :S )

19 dicembre 2009

La donna? Meravigliosa!



Quando Dio creò la donna era già al suo sesto giorno di lavoro facendo pure gli straordinari.
Apparve un angelo e gli chiese:”Come mai ci metti tanto con questa?”
E il Signore rispose: “Hai visto il mio Progetto per lei?”
Deve essere completamente lavabile, però non deve essere di plastica, avere più di 200 parti muovibili ed essere capace di funzionare con una dieta di qualsiasi cosa avanzi, avere un grembo che possa accogliere quattro bimbi contemporaneamente, avere un bacio che possa curare da un ginocchio sbucciato ad un cuore spezzato e lo farà tutto con solamente due mani.”
L’angelo si meravigliò dei requisiti.
“Solamente due mani….Impossibile!
E questo è solamente il modello base?
E’ troppo lavoro per un giorno….Aspetta fino a domani per terminarla.”
“No lo farò!” protestò il signore. “Sono tanto vicino a terminare questa creazione che ci sto mettendo tutto il mio cuore…
Ella si cura da sola quando è ammalata e può lavorare 18 ore al giorno.”
L’angelo si avvicinò di più e toccò la donna.
“Però l’hai fatta così delicata, Signore”
“E’ delicata, ribatté Dio, però l’ho fatta anche robusta. Non Hai idea di quello che è capace di sopportare o ottenere”
“Sarà capace di pensare?” chiese l’angelo.
Dio rispose:
“Non solo sarà capace di pensare ma pure di ragionare e di trattare”
L’angelo allora notò qualcosa e allungando la mano toccò la guancia della donna…
“Signore, pare che questo modello abbia una perdita…”

“Ti avevo detto che stavo cercando di mettere in lei moltissime cose…
non c’è nessuna perdita… è una lacrima” lo corresse il Signore.
A che cosa serve una lacrima?” chiese l’angelo.
E Dio disse:
“Le lacrime sono il suo modo di esprimere la sua gioia, la sua pena, il suo disinganno, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza, e il suo orgoglio.”
Ciò impressionò molto l’angelo “Sei un genio, Signore, hai pensato a tutto. La donna è veramente meravigliosa”
Lo è!

Le donne hanno delle energie che meravigliano gli uomini.
Affrontano difficoltà, reggono gravi pesi, però hanno felicità, amore e gioia.
Sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando vorrebbero piangere, piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose.
Lottano per ciò in cui credono.
Si ribellano all’ingiustizia.
Non accettano un “no” per risposta quando credono che ci sia una soluzione migliore.
Si privano per mantenere in piedi la famiglia.
Vanno dal medico con un’amica timorosa.
Amano incondizionatamente.
Piangono quando i loro figli hanno successo e si rallegrano per le fortune dei loro amici.
Sono felici quando sentono parlare di un battesimo o un matrimonio.
Il loro cuore si spezza quando muore un’ amica.
Soffrono per la perdita di una persona cara.
Senza dubbio sono forti quando pensano di non avere più energie.
Sanno che un bacio e un abbraccio possono aiutare a curare un cuore spezzato.

Non ci sono dubbi però… nella donna c’è un difetto:
Ed è che si dimentica quanto vale.

(ripreso da http://lavianelbosco.blogspot.com/2009/07/la-donna-le-donne.html)

15 dicembre 2009

Il Fallito



Stasera ci si domandava: chi è un fallito? Ecco cosa ne esce cercando qui e là: Il Fallito è colui che cerca di tenersi tutto dentro, cercando di reprimere qualsiasi sensazione o pensiero, per non sentirsi tale, non davanti a se stesso nè tantomeno dinanzi agli altri; è colui che benchè qualsiasi cosa gli altri possano dire non riescono a ferirlo poichè pensa 'io non l'ho fatto' o ' io non lo avrei fatto', non lo dà mai a vedere, nemmeno a tu per tu con se stesso. Il Fallito è colui che piange le sue amare lacrime ogni notte, fra rimpianti e rimorsi, dannandosi l'anima per ciò che avrebbe voluto o avrebbe dovuto fare di sè e della sua vita.

Il Fallito è colui che in questo momento non ha in mano nulla di concreto, se non i suoi dubbi e i suoi sogni.

Il Fallito è colui che non vuole il confronto, è colui che non pensa al futuro come creazione di qualcosa, è colui che scappa e dice di decidere di andarsene; il Fallito è colui che attacca senza dare motivazioni, ma che crede fermamente nella sua idea di difesa come unica e imprescindibile; Il Fallito è colui che sà di esserlo, ma che evita ogni argomento, anche con se stesso, che possa portare a tale conclusione, perchè disperatamente cerca di crogiolarsi in una visione utopica di sè e di ciò che vi è intorno; perchè ogni qualvolta affiora nella propria mente la sola idea di ciò che si è e di ciò che la propria vita stia diventando, o sia già divenuta, ecco l'attanagliamento allo stomaco e lo scivolone che affiora.

Il Fallito è tutto questo. Capire di essere un Fallito è un processo del tutto difficile, un percorso estremamente arduo, non solo per la mente, ma anche per il corpo e la coscienza. Meno male che non mi sento tale. :)

13 dicembre 2009

Il "viandante" nella sua connotazione auratica.



Egli è un avventuriero dello spirito, un essere che va alla ricerca di sé stesso, o meglio dell'indefinibile, di ciò di cui una lontana eco del proprio animo rende certi dell'esistenza, ma che sfugge ad ogni più rigorosa disamina razionale. Quasi sempre a piedi, quasi mai a cavallo, il fine e non il mezzo; di chi giace per una notte sotto un riparo di fortuna, ben sapendo che ciò non è, nè è desiderato, per sempre; che il giorno successivo il cammino dovrà riprendere, lungo prati verdi, colli boscosi, radi villaggi annunciati da campanili appuntiti, sotto cieli sempre mossi, sempre spazzati dal vento, talvolta plumbei ed ostili; talvolta in compagnia, ma più spesso da soli.


L'uomo in cammino con bastone e mantello che cerca sé stesso, esiste e vive dunque immerso, congiunto alla natura, ma non necessariamente si tratta di una natura ostile; al contrario, essa può anche essere il campo in cui si esprimono e si realizzano i disegni del Divino..


Su tutte le vette è silenzio,
dalle cime degli alberi odi
appena un sospiro.
Gli uccellini tacciano nel bosco.
Attendi, solo: presto riposerai anche tu.

Consigliando

Consiglia di imparare ad essere meno stronzo. Già sarebbe una grande cosa. E tutto molto molto più facile.

06 febbraio 2009

La decisione di un genitore di accompagnare il proprio figlio verso la morte


Ci stanno massacrando. La tv, i telegiornali e le radio ci stanno bombardando su Eluana. Ma che in che modo? Eluana potrebbe avere figli! Eluana respira! Eluana ha le mestruazioni! Oddio ma che fine abbiamo fatto? E io sono una delle tante che ne parla. Ma per una volta, infondo, non mi ritengo una delle tante. Perché la cosa che mi domando è come si possa commentare, brutalizzare, massacrare la scelta di un uomo che è padre e come padre sceglie, nel suo immenso dolore, di dire addio a quella figlia che ha curato annullandosi fino ad ora.

E tutti a preoccuparsi di leggi, controleggi, cazzi e mazzi, senza tenere conto della sua scelta e di motivarla per quello che è. Cioè l'amore di un genitore che per un figlio si esprime al massimo della sua forma e della sua forza. Lasciare morire un figlio è come morire dentro. E' il processo inverso della vita, un processo che non ti aspetti, che ti sgretola ogni convinzione, ogni caratteristica essenziale dell'esistenza. E per altro non puoi fare nulla se non consumarti lentamente. Qualcuno pensa che quel padre sia felice? Gioisca nel vederla morire? Che abbia lottato cosi tanto solo per farsi pubblicità?

Beh io penso la pubblicità l'abbiano fatta ingiustamente verso un uomo che aveva solo bisogno di aiuto. Infondo l'eutanasia viene praticata tutti i giorni negli ospedali: quando viene chiesto se su un paziente familiare in condizioni gravi si voglia fare o no l'accanimento terapeutico, alla risposta no... non è una morte voluta? Quanto ti ritrovi a scegliere per tuo figlio nel caso in cui abbia una crisi respiratoria si o no alla tracheotomia... beh decidi il non proseguire della sua vita. Ed è il momento peggiore...

Pensare che io sono cristiana, cattolica... non praticante ma lo sono da sempre. E da sempre sono stata convinta che Dio non può sempre tutto e forse non fa proprio tutto giusto... perchè già, non è giusto che un figlio muoia prima della propria madre o del proprio padre, che un figlio debba accudire i suoi genitori durante la vecchiaia e non viceversa. Quando vedi i suoi occhi che piano piano si spengono, forse neanche Dio sa il dolore che provi e come ti senti. Il rimpianto, il rimorso, la profonda sensazione di voler morire insieme a lui. E intorno ognuno che dice la sua... Quel padre, suo padre, l'ha cresciuta, l'ha accudita, l'ha guardata negli occhi, l'ha pulita delle sue mestruazioni, l'ha vista rimanere una donna non completa... quel padre ha diritto di soffrire almeno con un po' di rispetto.

Io non sono una delle tante che ne parla. Io l'ho preteso e l'ho avuto il rispetto(se per fortuna non so, non me lo chiedo), senza che si decidesse in Senato o in Parlamento se mio figlio avesse dovuto rimanere un vegetale pieno di tubi, senza potersi muovere, mai e per sempre. Era mio figlio, ho deciso NO, ho forse scelto per un'eutanasia anche io... sta di fatto che sono morta con lui quel giorno.

Ma ancora oggi, con il mio dolore che non mi abbandona, convinta della mia scelta.

13 novembre 2008

Eluana può morire, finamente

Da Repubblica.it:
Cade l'ultimo ostacolo per l'interruzione delle cure alla Englaro, da 17 anni in coma irreversibile "Inammissibile" il ricorso della Procura.
La sentenza immediatamente applicabile
Cassazione, stop all'alimentazione Il padre di Eluana: "E' uno stato di diritto"

ROMA - I giudici hanno accolto la richiesta del padre di Eluana Englaro: sua figlia potrà morire. La Cassazione ha autorizzato i medici a sospendere l'alimentazione alla donna in coma da 17 anni. "Viviamo in uno stato di diritto", ha commentato a caldo la sentenza Beppino Englaro, il padre della donna ricoverata nella casa di cura Beato Talamoni a Lecco.

Con una sentenza che ha suscitato commenti discordanti e, una volta ancora, ha spaccato l'Italia in due, diventa definitivo il decreto della Corte di Appello di Milano che, già nel luglio scorso, aveva autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale ad Eluana. Il ricorso presentato dalla Procura contro la sentenza di Milano è stato giudicato "inammissibile, per difetto di legittimazione all'impugnazione".

Dopo aver ricostruito la volontà di Eluana grazie a numerose testimonianze e aver stabilito che il coma è irreversibile, l'autorizzazione a sospendere l'alimentazione da parte dei giudici di Milano torna quindi valido. Immediatamente e senza la possibilità di altri ricorsi.
Eluana, che ha compiuto 38 anni, lascerà presto le suore che l'accudiscono dal 7 aprile del 1994 in una casa di cura privata a Lucca e sarà trasportata in una clinica per le ultime ore di vita. Accanto avrà un medico e, come sempre, suo padre.

Quando nell'estate scorsa, dopo una lunghissima battaglia giudiziaria e nove pronunciamenti legali, i giudici di Milano si pronunciarono per la sospensione dell'alimentazione, il padre e il curatore speciale di Eluana dissero che un hospice di Lecco era disposto ad accogliere la donna per i suoi ultimi giorni, ma il presidente della Lombardia si oppose "vietando" il terriorio della regione.

Alla luce della nuova sentenza della Cassazione, il sottosegretario al Welfare con delega ai temi etici Eugenia Roccella precisa che "non ci può essere un veto da parte delle strutture pubbliche", ma la famiglia di Eluana e Carlo Alberto Defanti, il neurologo che cura da anni la donna, hanno già trovato un'altra struttura idonea, forse a Udine, città natale del padre di Eluana.

Finalmente. Finamente. E lo dico ancora una volta: finalmente. Solo un genitore che ha davanti a se un figlio immobile, senza "vita", vegetale... sa cosa vuol dire e il dolore che prova. La religione ci entra poco in qs discorsi quando si tratta di qualcuno che ami più della tua vita e verso cui sei assolutamente impotente. Impossibile accettare la situazione.
E se ci sono, le preghiere sono solo rivolte a una morte veloce, che il più delle volte non arriva.

Finalmente la giustizia è stata specchio del suo nome. 17 anni sono davvero troppi. Stringo virtualmente la mano del padre, che potrà dirle addio anche se la morte nel cuore si tingerà di nuovo di rosso. Ciao Eluana....

03 settembre 2008

Cinque minuti, solo cinque minuti....

E' uno di quei momenti in cui avrei voluto rimanere là fuori, nascosta da tutto e da tutti. Con la faccia contro vento e la pioggia che scroscia violenta contro l'anima e il corpo. Uno di quei momenti in cui stai bene in una piccola tempesta, dove senti l'odore strano della pioggia cittadina e quel vento freddo che presuppone la fine dell'estate.

Stare li pensando, a nulla in particolare, e lasciar andare la mente libera, senza catene.
Contro tutto ciò che hai alle spalle. Musica nelle cuffie per non sentire, se non ascoltare se stessi mentre la pelle freme per quel caldo che non c'è più.
Pulirsi da tutte le cazzate, le nostalgie, le amare sconfitte. Lasciare da parte anche solo per 5 minuti i sogni, le illusioni, le speranze.

Sentire la malinconia e stringerle la mano come a una vecchia amica che ogni tanto torna a trovarti e bussa alla tua porta quando meno te lo aspetti. Salutarla e tenerla a fianco a te, così, in silenzio. E credere che tutto sommato, la fortuna non sia un fulmine ma un mini back office da implementare giorno dopo giorno.

E credere che quell'attimo possa durare di più, sempre di più...salutare la tua vecchia amica, sospirare e lasciare il viso bagnato...è ora di rientrare.

12 luglio 2008

Voglia... di mare

Mi sono appena seduta sul divano dopo il solito week end distruttivo. Spesa, giostre, e pranzo, cena, lavatrici (con il consecutivo odioso: stendi i panni, tira su i panni e sistemi alla bell'è che meglio per non stirarli) e per finire una pulita al bagno. Bene, ora mi siedo distrutta. E devo ancora fare una doccia e dovrei ancora far partire la lavastoviglie (già, dimenticavo la lavastoviglie) e la tv da solo cose idiote già iniziate da circa un'ora che anche a volervo non capirei una mazza a seguirli ora. (C'è giusto uno squalo morto su una spiaggia con di fianco uno dilaniato e sangue ovunque :-S).
Io lo so, ho dimeticato qualcosa me lo sento. Ma forse non è una sono centomila cose quelle che ho dimenticato e la casa va per i fatti suoi. E meno male che fra un po' è agosto. Già non vedo l'ora che arrivi. Quest'anno il tento sospirato mese estivo sarà occupato per risistemare casa mentre il pupotto starà in montagna coi nonni. Altro che mare, sole e salsedine!
Mannaggia all'estate!

14 maggio 2008

Siamo fuori dal tunnel


Forse siamo riusciti a uscire dall'incubo Alitalia...che certo tanto bene in questo periodo non fa. Gg ha firmato stamattina da Air4 . Nuovo lavoro, nuova vita.
Non più turni deliranti (tra cui le notti che ho sempre odiato), non più ponti, sabati e domeniche spezzati o per nulla goduti. Non sembra vero che dopo 8 anni a riuscire a incastrare l'amore (vado via io tu dormi, torni tu io dormo) ora tutto ridiventa una boccata di ossigeno.
Insomma una famiglia normale. Cioè da settembre non dovrò più pensare che il ponte di novembre saremo noi da una parte e gg dall'altra, che turno farà il 25 dicembre o se a Capodanno si potrà andare in montagna o meno.
E forse pure gli ultimi cocci si riaggiusteranno...ma mi domando cosi, come cosa volante: saremo capaci di vivere insieme in maniera diversa?
Chissenefrega, questa volta sono/siamo di nuovo a un passo dalla felicità...e ce la riprenderemo in mano. Ancora una volta, INSIEME.
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