Sarà che sono ormai quasi vecchia, ma queste cose le sento ancora di più. Perchè penso da mamma, quale dolore lancinante sia lasciare i tuoi figli senza averli visti crescere finchè si può, finchè sai che la loro famiglia non sei più del tutto tu, ma che hanno accanto qualcuno che li supporta, che li ami, che non li lascia soli.. e perchè no dei figli.
E la vedo dalla parte della figlia, che non è mai il tempo di perdere la propria mamma. Perchè comunque tu sia cresciuto e tu sia volutamente diventato anarchico in famiglia, lei è tutto ciò che ti rassenera. E il suo ventre è sempre intorno a te, con quel liquido "primordiale" che ti scalda.
Oggi sarà il giorno più duro, il giorno in cui il distacco è effettivo, il giorno in cui la terra te la porta via... perchè solo in questo giorno ci si accorge che già, purtroppo non c'è proprio più nulla da fare. Maledetta malattia del secolo... se ne sta portando via troppi...
Non siamo amici, non lo siamo mai stati. E non siamo colleghi, non lo siamo mai stati, ma qualcosa lo abbiamo condiviso in questi anni. E sono li a darti un abbraccio, anche se non fisicamente.
Ti vedo ancora così ragazzino... e te lo dico con il dolce affetto che proprio una mamma può comprendere.
Non sono venuta perchè non volevo riaprire una voragine, incontrando di nuovo gente con cui ho preferito chiudere nella vita. Gente di cui non ho più alcun rispetto nè affetto. Persone di cui non condivido la visione della vita, e che hanno saputo farmi male.
Se così posso dire, oggi hanno vinto loro. Ma la mia presenza non è meno forte ad essere qui piuttosto che in Chiesa... e sei uno che ha sempre capito queste cose. Mi dispiace, oggi il cielo piange lacrime come probabilmente lo sta facendo il tuo cuore. Non siamo amici, non lo siamo mai stati.
Ma oggi ci sono. E sento tutto il peso di questa "ingiustizia" così dolorosamente "vera".
Ti abbraccio.
Ti abbraccio.
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