04 giugno 2018

J-Ax & Fedez - La finale. (Ma infondo è solo un nuovo inizio)



San Siro resta sempre San Siro soprattutto quando si tratta di concerti. Per non parlare di quelli estivi.

79.500 presenze sono sicuramente un numero da ricordare. E dopo due figli, di cui uno ha fatto più notizia delle nozze di Henry, ecco che J-Ax & Fedez chiudono il loro sodalizio di due anni, proprio a Milano.

Dove apre il concerto la Dark Polo Gang, i tre romani che sono ormai il fenomeno dei più giovani e che non risultano proprio semplici per noi mamme, tra un figa e una serie di "eh, Oh, eh"e quant'altro di poco capibile tra la parolaccia e il voler a tutti i costi stupire.

Molti gli ospiti: Levante, Malika Ayane, Noemi, Nina Zilli, Grido, Guè Pequeno, Il Cile, Sergio Sylvestre, Stash; tutti amici già sentiti nelle diverse canzoni.

Non finisce ai soliti noti, sul palco anche Cris Brave, da loro fortemente sostenuto: artista di 21 anni diversamente abile. Che canta, sorride, vive ed emoziona. San Siro decolla quando la disabilità prende il posto di una normalità in realtà mai sostenuta nè da J-Ax nè da Fedez. Sempre attenti, sempre troppo "oltre" volutamente.

In conferenza dicono che entrerà da solo e per primo il veterano: J-Ax ( che proprio solo non sarà tra 21 pugili e il video contributo ai due cantanti). E infatti si apre così. Arriva solo dopo Fedez. Le canzoni sono una valanga, la scaletta ormai la si trova ovunque.





Da solisti ad amici, a doppie voci che si intersecano, a chitarra e triangolo come strumenti di guerriglia: quella guerriglia che ci piace tanto, che ha dell'andare contro senza fare male, ma sostenendo le proprie idee.

Il palco è centrale e a 360°, estendendosi anche sui lati. Uno spettacolo. Un'emozione dietro l'altra anche per chi, in realtà, ormai non fa più parte di quell'età da groupie che riempie lo stadio.

Eppure quelle parole toccano anche me, loro due toccano anche me: ci si domanda come possa essere un'amicizia (oltre che un sodalizio), tra due che vivono perennemente in giro tra la folla. Non c'è nemmeno bisogno di risposte: basta osservare come si cercano con gli occhi quei due, anche nelle risposte alla stampa.



Si vogliono bene, si sente, si percepisce nell'aria fresca di una sera di giugno al secondo anello. Ma anche al terzo, lassù dove non c'è più nemmeno un buco libero.

E i braccialetti di Google sono una figata: si illuminano a tempo di musica. La tecnologia quando c'è, è un passo avanti.

Giochi di luci, balli, led, musica, vibrazioni, ospiti, pedana che arriva a 6 metri (con imbragatura), corse, cambi di abito che manco Sanremo gli sta dietro.

Ma bello. Belli loro, bello il concerto: una mega festa che colma Milano e la sua naturale freddezza da città industriale. I fuochi d'artificio sono solo il finale di un finale che non vorremmo vedere.

Per ora il duplice gioco rap resterà in silenzio per il proseguimento delle carriere soliste. Ma si sa, gli amici restano tali, e prima o poi la reunion ci sarà.

E' solo questione di tempo e infondo, anche un po' di questa "musica del cazzo...."




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