21 dicembre 2010

La stessa cosa succede con il tuo cuore...

"Avevo un paio di pattini a rotelle, ma per paura di romperli non li mettevo mai, solo un paio di volte in camera.
Poi è successo che i miei piedi sono cresciuti e i pattini non li ho potuti più usare.

La stessa cosa succede col tuo cuore. Se non lo usi mai quando arriverà il momento di usarlo sarà troppo tardi."

25 novembre 2010

Ricorda... anche se non ci sei più...


Non dimenticare mai che l’amore che provo per te è come il vento: non potrai mai vederlo, ma potrai sempre sentirlo… Ovunque sarai.
Sergio Bambarén, da Lettera a mio figlio sulla felicità 

14 novembre 2010

Io credevo che tu fossi diverso


Io credevo che tu fossi diverso 
e che magari la provassi quell’angoscia 
che certe volte ti traversava il volto 
e minacciava di esplodere, 
e invece tu ti paravi il culo. 
Come ogni altro povero stronzo mortale. 
-Sarah Kane-

12 novembre 2010

L. era, è , crede e sente. La sottoscritta ha scelto di essere vera.



"L. era una bella persona.

L. era quella che avrei potuto definire un'amicizia vera.

L. era quello che non ero io, compensazione la chiamano.

L. era l'intesa.

L. era l'affinità.

Eppure qualcuno che non conoscevo a suo modo, mi aveva avvisato.

L. è piena di sè ora.

L. è falsa.

L. è opportunista.

L. è ancora una ragazzina viziata.

L. butta via cose e persone quando non le servono più.


L. si crede da sempre superiore al resto dell'umanità.

L. si crede meravigliosamente attraente.

L. si crede e sente furba.

L. si crede e sente intelligente.

L. fa tutto di nascosto, questione di finta autostima.

L. ora starà ridendo (attenta a non rovinarsi il trucco), pensando di averla fatta pagare in qualche modo.

L. sarà felice di aver preso ciò che non gli appartiene pur di vincere.

Ma L. non sa quali siano i pensieri al di là del suo.

E onestamente, alla sottoscritta non interessa. 

La sempre sottoscritta può dire di "avere scelto". 

Questa è la linea sottile tra "era", "è", "crede". 

Tra la sottoscritta e L. (a parte un altro miliardo di cose, per fortuna)

La sottoscritta, ha scelto di essere vera."


ndr. ogni riferimento a cose, situazioni e nomi, sono puramente casuali.

07 novembre 2010

Sempre, quando penso a "noi".

Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, 
che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, 
allora non c'è verso di spiaccicare una sola parola, 
non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, 

ingoiato da quei dannati singhiozzi, 
naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. 
Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire... 
E invece niente, non esce fuori niente. 
Si può essere fatti peggio di così?
-Alessandro Baricco-

the future...



the future belongs to the fews of us still 
willing to get our hands dirty...

23 settembre 2010

Nostalgia


Voglio chiudere gli occhi. Voglio poterti pensare solo come piace a me. 

Voglio poter sentire il tuo profumo nascosto dietro l'ombra delle mie ciglia. Così. Ti ricordi? 

Ma sai che non importa se non ricordi, sei vivo in me. E non importa di te.

Voglio chiudere gli occhi, voglio il silenzio. Voglio quel brivido lungo la schiena solo a guardare la tua pelle. 

Voglio sognare. Si. Immaginare te con me, dipingere un quadro tra i girasoli e noi due. E dare pennellate di mare sul fondo, quell'azzurro che si fonde con il cielo...

Voglio chiudere gli occhi. E ascoltare la tua voce. I tuoi racconti, le tue elucubrazioni, le tue speranze. E voglio sentir suonare il pianoforte di sottofondo, un tasto dietro l'altro, una nota dietro l'altra. 

Voglio poter ricordare senza piangere, la mia vita. E quel lungo tratto insieme a te..

Voglio poter dire Addio senza guardarti in quegli occhi senza fine, senza riprendere la chiave buttata in quel mondo cosi chiuso e perso in te. Nel tuo mondo.

E dirlo soprattutto a me quell'addio che va e viene come le intemperie del viaggio. E dirti che ti odio, che non ti voglio più, che tu stai bene senza di me nell'armadio delle tue mille maschere...

Voglio poter chiudere gli occhi e allontanare la mia malinconia, perdemri

Vorrei poter ridere, di cuore, come si faceva allora. 

Voglio poter chiudere gli occhi....

24 agosto 2010

Pianto dell’Angelo che volle essere Demone





Ti vedo singhiozzare al buio…
Sono l’unica che ha il permesso di farlo.
Vedo i tuoi occhi verdi colmi di lacrime e non posso fare a meno di piangere con te.
Perché soffri così tanto?
Forse il tuo ruolo di capo ti logora?
Forse la tua coscienza ti corrode?
O forse sei solo insicuro, in un momento in cui tutto ciò in cui crediamo barcolla sull’orlo del baratro nero?

Scuoto la testa…
Devi essere lasciato solo.
Mi volto e me ne vado.
Attorno a me, solo corridoi e saloni bui.
Quale contrasto con il Paradiso, che fu un tempo nostra dimora.
Quale tristezza nel ricordare quello che abbiamo perso.
Ma quale gioia a ripensare a ciò che abbiamo conquistato.

Nacqui con te.
Combattei con te.
Insieme fummo dichiarati decaduti.
Insieme fummo marchiati.
Insieme varcammo per l’ultima volta il cancello sorvegliato dal Cherubino Guardiano.
Testa alta, sorriso disteso.
Avevamo ottenuto a caro prezzo ciò che desideravamo, ma non ne era forse valsa la pena?

Tu ed io, i primi due angeli decaduti.
Tu, Lucifero, signore della notte, ed io, Lilith, seduttrice spietata.
Decademmo per poter amare.
Diventammo cattivi per difendere il bene.
La Legione ci seguì.
Fuggimmo da un Dio cieco di fronte ai desideri delle creature che, fedeli, lo servivano.
Trovammo il nostro utero nelle cavità della terra.
Dimoriamo nell’oscurità, di cui tu sei il Signore.
Tu, il Portatore di Luce.
Tu, che non hai mai voluto vedere i sentimenti degli altri.
Tu, che dopo secoli ancora non hai capito a chi appartenga il tuo cuore.
Tu, che non hai ancora compreso che il mio appartiene solo a te.

Non mi vuoi vedere.
Hai paura.
Nell’insicurezza e nell’infamia in cui ci dibattiamo non c’è posto per il cuore.
Tutto quello in cui abbiamo creduto è forse solo una menzogna?
No, e lo sappiamo.
Ma tu non vuoi lasciarti cullare dal mare dell’amore.
Mi laceri l’anima con i tuoi sguardi ghiacciati.
Congeli il mio sangue di angelo peccatore.
Smorzi sul nascere la fiamma che rischiara la mia esistenza infelice, e che potrebbe illuminare anche la tua.

Ultimamente accade spesso.
Ti chiudi nelle tue stanze, e piangi.
Piangi per motivi che non conosco, e che non mi permetti di conoscere.
Ma in fondo, di me non ti importa nulla.
Hai avuto novantanove mogli, finora, tutte meravigliosi angeli della Legione Traditrice.
Per te non sono mai stata altro che un’ombra insignificante.
Sono stata la TUA ombra, da sempre.
Da quando le mie ali si sono aperte alla vita, non hai mai smesso di considerarmi una fra i tanti.
E la tua indifferenza è causa per me di enormi sofferenze.

Tuttavia, forse è il mio essere solo un’ombra che mi ha donato il privilegio di starti accanto.
La tua Consigliera leale e pronta a morire per te.
Ma tu saresti pronto a farlo per me?
Oh, che domande mi pongo?
Tu, il Signore dell’Inferno, non affideresti mai la tua anima tetra alla Morte solo per salvare un tuo sottoposto.
Mai.
Ma questo io già lo so, e lo accetto.
È giusto che sia così.
Non potrò mai contare nulla per te, ma continuerò ad amarti, nel silenzio delle mie notti.
Nel silenzio delle tue lacrime che vorrei asciugare.

E il tempo trascorre, si infrange contro le barriere del sole, come l’onda sullo scoglio.
Attendo in piedi, di fronte ad una porta chiusa che non si apre.
La porta della stanza dove sei tu.
Tu, solo con la tua disperazione.
Ed è strano vedere Lucifero piangere.
Pensare che tu, traditore deviato, possa provare sentimenti umani è così inconcepibile agli occhi degli altri.
Ma non ai miei.
Ti conosco molto più di quanto tu possa pensare.
Ti venero e ti stimo.
Ti adoro eppure potrei quasi odiarti per la tua freddezza verso di me.
Non sono questi, però, i pensieri che mi concederanno la forza di aiutarti.
Solo la meravigliosa consapevolezza di appartenerti totalmente mi aiuta a varcare la soglia del tuo nascondiglio.

Sei dove ti ho lasciato.
Le spalle scosse da singhiozzi silenti.
La tua esile ma forte figura nera che quasi si amalgama con le ombre.
I tuoi capelli corvini, lucenti e morbidi come piume sacre.
Tutto in te è bello.
Sei bello.
Lo sei sempre stato, fin dal principio.
Per questo Dio ti voleva sempre accanto a sé.
Ti voleva tutto per sé, ti aveva incatenato a lui.
Non ti lasciava volare, aveva oppresso il tuo cuore, ibernandolo.
Ti ribellasti per questo, ed io ti seguii.
Già ti amavo.
Ero nata per amarti.
L’eternità, senza di te, non avrebbe avuto senso.
Mi schierai con te e non me ne pento.
Non me ne pento perché seguendoti ho potuto conoscerti ancora meglio.
Non me ne pento perché ho potuto sorreggerti nei momenti più cupi.
Proprio come mi appresto a fare ora, mentre cammino fino a posizionarmi di fronte a te.
Fino a poterti guardare in volto ed essere abbagliata dalla forza che emani.

Ti sovrasto.
Tu sei seduto sul pavimento, con le ginocchia al petto e il viso nascosto.
Mi siedo anch’io.
Quasi non respiro, per paura che la visione che ho davanti a me possa infrangersi come vetro caduto a terra.
Sembri piccolo, debole, indifeso.
Proprio tu, il Padre Nero.
Proprio tu, che dovresti incutere terrore e rispetto.
Ma sei bello, stupendo.
Sei incantevole nella tua sofferenza troppo malcelata.
Rimango a guardarti, adorante, per istanti che mi sembrano brevi e infintiti, tra luci bianche e nere, in una realtà simile al sogno.
Dai cenno di non far caso a me.
Come sempre.
Ma io mi avvicino di più, e con una mano ti costringo ad alzare il volto e a guardarmi.
Poi scivolo lentamente, fino a toccare la tua spalla.
La tua pelle candida è fredda, ma a me sembra così calda…
Mi fa desiderare solo di poter essere abbracciata da te, in quello che sarebbe il tuo primo gesto d’affetto nei miei confronti.
Ma non ti muovi.
Solo la tua voce spezza le lastre della quiete.

-Ho sbagliato tutto…-
No, non devi dirlo!
Non è vero!
-Non hai sbagliato nulla!- mormoro rassicurante, mentre una carezza si posa leggera sul tuo viso.
Cristalli di luce imprigionata scendono dai tuoi occhi, rotolano lungo le tua guance nivee fino ad arrestare la loro corsa a terra.
-Cos’ho ottenuto ribellandomi a Dio? Vi ho trascinati tutti nel fango, ti ho strappata a quella che era la tua vera casa…- singhiozzi.
La tua debolezza mi commuove, mi fa sentire così impotente, e mi fa desiderare solo di poterti riportare nel tuo cielo azzurro.
Perché è questa la Verità Sovrana.
Tu sei troppo puro per essere chiamato “il Demonio”.
Di demoniaco non hai nulla, ne mai l’avrai.
Tu sei nato davvero per portare la Luce, hai solo desiderato farlo in un modo diverso da quello che il Creatore aveva scelto, e per questo ti hanno scacciato.
-Hai fatto valere il tuo punto di vista. Lucifero, io…ti ammiro profondamente per ciò che hai fatto. Hai difeso le tue idee fino in fondo, e tutti noi abbiamo deciso di seguirti di nostra spontanea volontà. Non ci hai costretti…non mi hai strappata dalla mia casa, bensì me ne hai donata una di nuova.-
-Ma Lilith…a cosa è servito??? Io volevo che l’amore tra angeli non fosse proibito, ma in tutti questi millenni non ho mai trovato nessuno che mi amasse…. Il nostro sacrificio è stato inutile.-
Vorrei poter fermare le tue lacrime, bloccare il pianto di questo meraviglioso angelo che volle essere demone.
E allora ti abbraccio, anche se so che mi scaccerai.
Ti tengo stretto forte a me.
Avverto chiaramente il tuo profumo di rosa selvatica.
Vengo inebriata dal tuo calore.
E sento le tue braccia cingermi a loro volta.
Sono veramente felice, per la prima volta dopo infiniti anni di dolore nascosto.
-Lucifero…forse mai nessuna finora ti ha amato veramente. Forse erano tutte alla ricerca del potere e della fama, in questo Inferno dove caos e disordine sono i padroni. Forse speravano che tu le autorizzassi a fare stragi e a compiere i peggiori misfatti in tuo nome. Non hanno mai capito che tu non sei malvagio. Tu sei e sempre sarai l’angelo puro che sedeva alla sinistra di Dio, per quanto chiunque possa sostenere il contrario. Il tuo unico errore è stato di ambire alla libertà dei sentimenti. Forse coloro che fino ad ora si sono fregiate del titolo di Moglie di Satana non erano altro che perfide approfittatrici, ma non tutte sono così. io non sono così, e se mi darai l’occasione di amarti te lo dimostrerò. Me lo permetterai?-
Mi guardi negli occhi.
Ti avvicini e mi baci.
Ed io non capisco più nulla, sento solo una fiamma perversa ma dolce attraversarmi.

-Ti amo, Lilith.-
Me lo dici con occhi splendenti di tutte quelle stelle che non potremo mai vedere.
-Ed io ti ho sempre amato. E non mi importa di essere finita quaggiù, se posso averti sempre accanto. Preferisco questa oscurità alla luce di un Paradiso di cui non avremmo mai potuto sentirci veramente parte.-
Sorridi.
È la prima volta che ti vedo fare questo gesto.
E spero che non sia l’ultima.

E mentre mi tieni fra le tue braccia penso a che ne sarà dell’Inferno.
Non lo so, solo il tempo potrà decidere.
Ma questo sarà un luogo sicuro per tutti quegli angeli che vorranno amarsi.
Qui nessuno vieterà loro le gioie del sentimento più bello.
E qui tu continuerai a governare il tuo regno di tenebra, tu, il Portatore della Luce.
Qui resterai, fino alla caduta dell’Universo.
Accanto a me.
Accanto a colei che sarà sempre pronta a consolarti.
Accanto all’unica che potrà asciugare le lacrime del pianto dell’Angelo che volle essere Demone.

07 agosto 2010

Maiorca: al Canyamel Classic il punto di forza è l'animazione


Non sono una a cui piace viaggiare.Lo dico subito. Ma quest’anno la vacanza avrei voluto non finisse. E vi spiego il perché, raccontandovi della mia settimana in un villaggio turistico con la formula all inclusive.
La meta? Maiorca, o per meglio dire Mallorca. Scelta per l’incontaminata natura e il mare davvero splendido, nonché per un’offerta di viaggio decisamente economica. Le cose che infondo mi preoccupavano di più erano due:la distanza non indifferente dall’aeroporto (e con figlio di 4 anni e mezzo nel pacchetto vi assicuro che avrebbe potuto essere un problema) e l’animazione, avendo optato per una settimana di “relax”, appunto all inclusive.
Bene, vi dico già da ora che non lo sono stati. Il viaggio in pullman è decisamente rilassante e per altro il percorso assolutamente apprezzabile, tra mulini a vento rimessi a nuovo, palme e le caratteristiche case spagnole in tinta molto chiara. Della seconda, beh ve ne parlo tra poco.
Per quanto riguarda l’albergo, il Canyamel Classic, da quest’anno sotto il tetto di Welltour, sorge in buona posizione sulla costa orientale di Maiorca, nella zona di Canyamel a Capdepera, tranquilla località turistica, immersa in un'area protetta. Dista circa 12 km da Cala Ratjada, 80 km da Palmae 70 dall'aeroporto.
La zona merita di essere visitata. Non aspettatevi una Rimini in miniatura. Pochi i negozi, niente discoteche, qualche locale serale, ma il mare è decisamente cristallino e la pineta sulla spiaggia si fonde perfettamente con il panorama in stile "Blue Lagoon". Per tutte le altre necessità, state sereni, i pullman locali in un quarto d'ora vi permettono di raggiungere le cittadine più turistiche. 
Il complesso è costituito dall'Hotel Canyamel Classic (4stelle), dall'Hotel Caballito del Mar (3 stelle) e da due palazzine attigue. Due i ristoranti presenti di cui uno all'aperto sulla terrazza con servizio buffet e show cooking con cucina internazionale, quindi non sempre ideale per i palati italiani (sarò sincera, i primi giorni non è stato semplice, poi hanno migliorato la parte griglia e siamo riusciti a mangiare meglio).
Splendida la piscina, praticamente unita a quella per i bambini, quindi senza doversi muovere troppo per tenerli sotto controllo. Le camere sono pulite e spaziose. Ma vi consiglio di ricordarvi di buttare a terra gli asciugamani se li volete puliti tutti i giorni, se no ve li trovate di nuovo uguali.
Per chi come me ha figli inclusi, non preoccupatevi, le possibilità sono davvero molte. Dallo spazioWelfino Mini (a partire dai 4anni agli 8 anni) si passa al Welfino Junior (dai 9 ai 12) per poi arrivare allaW Gang (per i ragazzi dai 13 ai 17). E per i grandi?
Ed eccoci al vero punto di forza che quest’anno contraddistingue il Canyamel: l’animazione. 
Spettacoli ogni sera, giornate piene di sport, e i famosi giochi aperitivo con risate annesse. Scusatemi, ma vorrei spendere qualche parola di più, per presentarvi i membri di questa animazione.
Si inizia con Claudio, capo animazione con un’esperienza per nulla irrisoria alle spalle. Simpatico e solare, splendida persona. La passione per la gente vi assicuro che si sente tutta a parlargli anche solo per cinque minuti.
Ettore, capo sport. Di suo, il classico tipo “bello e impossibile”, uomo di punta degli spettacoli serali. Il resto scopritelo voi…
Laura, responsabile Welfino. Con esperienza nel campo (lavora in un asilo), il suo sorriso così solare non può non coinvolgere anche il bambino più pestifero.
Alice, responsabile W Gang. Cosa dire? Beh, se volete conoscere una davvero smart, eccola. Alle prese con l’età peggiore, tranquilli. E’ tutto sotto controllo con lei.
Eleonora, la fitness girl più elettrica che abbia conosciuto. L’acqua gym con lei diventa un piacere anche se i muscoli gridano vendetta.
Chiara, altra responsabile Welfino, carina, dolce e (come Eleonora) la traduttrice ufficiale di tedesco.
Emanuele, jolly. Lo definirei animatore nell’anima, non fosse per altro per le espressioni davvero in pieno stile cinematografico che lo contraddistinguono.
Giammarco, altro responsabile W Gang. Come dire, attenzione se avete figlie femmine in quella età: di sicuro torneranno con la loro prima cotta estiva nei confronti di un animatore.
E infine Adriana. La donna Welltour. Sempre disponibile durante il giorno per ogni domanda o problema, la sera, parte discreta dell’animazione.
Per la prima volta, avrei voluto non tornare. Per loro, perché ogni giorno è stato un piacere e un divertimento soggiornare al Canyamel. Mai un obbligo, mai un invasione né di privacy né di relax, anzi, se mai è stato l’opposto. Per cui vi consiglio vivamente questo viaggio con loro, se avete le mie stesse esigenze.
Vi svelo una cosa. Per quanto mi riguarda ho già ri-prenotato per settembre. Stesso posto, stesso team.
Elena Gandini 

21 luglio 2010

Sbagliare.



Si sbaglia spesso, lo so.

So anche che è umano. Non lo è di contro, fare una cosa che si sente, con un sorriso, senza fare male... e sentirsi in colpa per almeno tutta una notte. Perchè ti fanno male. E non involontariamente.

Sono stanca. Stanca di non poter essere quella che sono. O meglio, forse non sono capace di esserlo non accettando le non risposte o l'indifferenza.

Una risposta, seppur negativa, è sempre meglio che il vuoto. Devo risettarmi un'altra volta. Pensavo di essere arrivata a essere chiara e invece evidentemente non lo sono stata. Ho dato l'anima. E per qualcosa in cui credo. Non agisco mai se non credo fermamente in qualcosa o qualcuno.

Ma nulla di più. Eppure non è servito. Ancora qui a pensare di avere sbagliato. Ma cosa?!?!?!

Il fatto è che così sei assolutamente demotivata. Su tutto. Perchè essere limpidi probabilmente è sbagliato. Ma io non le voglio le catene. Non voglio essere la prima a incatenarmi.

E so che nascosto, non c'era proprio nulla. Ma va bene così. Accettiamo anche questa. E una volta per tutte, capiamo che non ne vale la pena.

Voglio tornare dove ero fino a settimana scorsa. Stavo bene. Dopo tanto tempo, sono stata bene. Lontano da tutto ciò che non mi fa stare bene. Di nuovo viva, sorridente, vibrante.

Quello voglio. Non dovermi ponderare ogni volta, pensare ogni minimo passo perchè se no vengo fraintesa. Non è più il tempo delle cazzate. No, è finito. Non è più il tempo di loro, di lui, di lei. E' il mio tempo.

E' vero. Ho sbagliato di nuovo. Sì. Non a fare quello che ho fatto. Ma a crederci.

20 luglio 2010

Il dolore è come il postino, suona sempre due volte. (J.Folla)



Nel mio caso è un postino suonato, un postino suonato che suona una terza volta anche vent’anni dopo. Com'è che diciamo in questi casi? "Sono un po' esaurito?" Sai invece io come direi in questi casi, fratello? "Sono un po' all'inizio, è il me morto che è esaurito." No, io piango solo e sempre quando sto per cambiare pelle, quando sto per evadere, quando credo di essere sul punto di morire che, puntualmente, corrisponde al punto di rinascere. E ieri il postino ha suonato per la terza volta. Mi ha consegnato un pacco di dolori vecchi, e se n'è andato. Che vuol dire "dolori vecchi"? Che il postino del dolore suona subito, e poi ripassa. Quella è la volta che piangi sul serio. La prima è d'obbligo: muore tua madre, perdi un figlio in un incidente, hai una malattia o vieni licenziato. Il postino suona, ti consegna il pacco. Chiudi la porta, lo apri, piangi. Sembra finita lì. Invece non è neppure cominciata. O meglio: quello è il primo movimento della sinfonia che porterà, magari dopo qualche anno di musica, al gran finale.

Il dolore è sempre una grandissima scoperta. Molti malati stanno leggendomi in questo momento, e sanno di che cosa parlo. Solo grazie (si fa per dire, passatemela) solo "grazie" a un tumore, per esempio, hanno scoperto di avere un corpo. Prima, avere un pancreas, o un cervello sano, o un fegato, due polmoni, era acquisito come un diritto. Non so, come l'articolo 21? Di più, (visto i giochini che ci stanno facendo sopra) come la Costituzione in generale? (Anche quella la vedo messa male) Di più, come guardare gli alberi. E' naturale che tu guardi gli alberi, o il mare. Così naturale che, pur guardandoli, non ti accorgi della loro esistenza, ossìa che essi (alberi, mare, ) SONO, e sono fatti per te. Passa una petroliera e scarica in mare una lunga, terribile onda nera. Solo ora tu cominci ad avere percezione del mare, solo ora: perché lo stai perdendo. Con la malattia è uguale. Così con i lutti. I tuoi genitori se ne vanno, tua moglie o il tuo ragazzo muoiono. All’inizio è un dolore fulgente come una stella. Una stella nera. Poi ricominci a vivere "senza". Ricominci a guardare il cielo stellato, con un buco nero, che sai, ma ancora non sai quanto lo sai.

Infine il postino ritorna: è la consegna dell’atto finale. Di colpo il firmamento è un buio. Lo sapevi già di non avere più tuo padre, o tua moglie, o tuo figlio; e come se lo sapevi! Anche di aver perduto l’amore di quella donna lo sapevi da due anni: lei è viva, ma non ti vuole più, e tu stai già con un'altra. E invece il postino ritorna, consegna il pacco di lacrime vecchie, esce. Lo apri, sai già tutto stavolta, invece qui, ora, dopo magari qualche anno dall'evento, lo fai tuo, completamente, ineluttabilmente, e scoppi in un pianto disperato, irrefrenabile, infinito. E’ proprio il tuo corpo che piange, tu non puoi farci niente, puoi solo assecondarlo, lasciarti trascinare come un tronco da questo fiume in piena. Questo, che ti sembra il tuo punto di morte, la tua notte più orribile è invece l’annunzio dell'alba, il punto di fuga della vita, la rinascita, la liberazione.

Beh, così,  per la cronaca di uno zombie, per qualcuno è stato ieri. Ha pianto la morte di sua madre che, nelle ultime ore,  parlava come una bambina e le sembrava di stare aspettando il treno che da Napoli la portava, a sei anni, alla spiaggia di Torre del Greco. E da quella stanza sul Tevere per malati terminali credeva di essere davanti al mare di Napoli.

Ho pianto anche io; ho pianto per voi, ho pianto per me, ho pianto per Gerusalemme e l’Afganistan. Ho pianto coi nervi urlanti, scoperti come sono solo i dolori primari, e non quelli inutili che ci creiamo per sopravvivere. Ho pianto per le due torri, per Israele senza pace, per te che mi scrivi "Non lasciarmi" e io che ti vorrei gridare "Non lasciarmi tu", viso che non conosco, labbra di cui non so il suono. Ha pianto tutti i bimbi senza padre, tutti gli animali abbandonati, tutti gli sguardi innocenti della terra. Non so che mi ha preso, ma non ero esaurito, né impaurito, né stanco. Non avevo difese, questo sì, perché ho accettato da tempo di non averne di false. Non esistono difese alla vita e alla morte, sono palle.

La vita e la morte fanno di noi quello che vogliono, l'unica carta che possiamo giocare è stabilire che cosa noi vogliamo dalla vita e dalla morte. E questo io l'ho già scelto da bambino. Tutta la luce e tutto il buio che potessi sopportare! E allora devi accogliere e devi reggere. Accogliere e reggere, solo questo puoi fare. E la felicità e il dolore ti porteranno su e giù come gli oceani le navi. E il dolore t'insegnerà ogni volta a contenere ancora più oceano, e il tuo pianto non lo tratterrà, lo restituirà, finché sarai parte di un unico respiro e imparerai a raccordarti col fiato lungo delle maree. E' qui che credi di morire. Perché resistere alla morte non serve a nulla. A niente servono i lifting, le bugie, i colpi di testa, i viaggi del miracolo. A niente serve resistere se non impari anche a assecondare. "E come si impara questo?" Non lo so, accogliendo il dolore degli altri, per me è così. La mia bussola siete solo voi. Chi soffre più di me (e c'è sempre, purtroppo) lui è il mio medico. Gli altri. Tutto quello che ho (e non è poco) l'ho sempre ricavato per sottrazione, guardando chi aveva molto di meno. Solo questo è l'amore che torna: l'amore che dai.
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