21 aprile 2012

...E il virus (gastrointestinale) ammazzatutto


Uno di quei giorni in cui ti svegli, ti alzi, ti lavi, litighi, porti il bimbo a scuola, fai due parole con le mamme e scappi in ufficio.


Insomma uno di quei giorni normali, almeno all'apparenza. 

Passa la mattinata tra telefonate, social network e mail.

E ancora sembra tutto normale.

Arrivano le 1230! L'ora tanto sospirata ogni giorno per andare a mangiare.

Ma lo stomaco inizia a fare qualche bizza.... eppure il pantoprazolo l'ho preso stamattina, io che me lo dimentico due giorni si e il terzo pure.

Bah, sarà il freddo, d'altronde è lunedì e come sempre in azienda ci sono ancora gli orsi polari e i pinguini reduci dal solito rave del fine settimana.

Facciamo una cosa: riso in bianco e bresaola, tanto per stare tranquilli.

A fatica, il cibo fatica a scendere e tenta allegramente di risalire, insieme all'amico stomaco che fa male sempre di più. Maledetto freddo!!! Un pranzo devastante. Si risale.

Un po' più caldo, facciamo la fase due: tè alla macchinetta, solitamente è un toccasana in questi casi.

Va un pelino meglio, anzi no i crampi! No dai si è calmato! Calmato un cazzo! Ahia che male, non sto in piedi. Avendo quei 45 minuti di strada mi metto in macchina, il male è forte. Sa Dio.

Eppure il dubbio mi assale. E' in giro, ne ha colpiti molti, anche la mia amica e tutta la sua famiglia ne sono stati vittima... Ditemi di no, quello no.........

Ebbene si. Nell'ordine la normale giornata di lavoro si è conclusa con doppia vomitata, mal di pancia, cagotto, e febbre alta. Per poi spostarsi su Samuele e rifare la trafila.

Quel bastardo del virus gastrointestinale ci ha steso.

Oltre le due vittime ha lasciato la non fame, si è portato via ben 5 kg (ecco l'unica cosa semi positiva) e siamo ancora delle mezze seghe.

Gli venisse il cagotto fulminante!!!

02 aprile 2012

Vita da paese: l'odioso ciacolare delle donne in età fertile.


Odio la vita di paese, quella che ci si trova tutti i santi giorni al parco sulle panchine e si commentano i fatti di tutte le anime.

Per la serie si annunciano giá prima sia i matrimoni che i funerali. 

Eppure ci sono persone della mia etá, se non piú giovani, che lo fanno ogni santissimo giorno.

Non so, ma io amo lavorare, alla brutta preferisco avere un amplesso con il divano, ma il parco cittadino proprio no.

Eppure oggi, come in questi ultimi giorni, mi tocca farlo.

Uscire presto dall'ufficio, prendere il cane, "pisciarlo", raccogliere il terremoto fuori da scuola con annessi pantaloni marci che pure la lavatrice rifiuta di incontrare, castighi e compiti vari, riportare su il cane (al parco non possono entrare), fargli fare merenda (al bambino non al cane), accessoriarsi di bicicletta, casco, pallone e se Dio vuole, scendere in quel del parco.

Un nugolo di creature urlanti (compreso il mio) che improvvisano partite di Champions League (si scrive cosí?), con falli, litigate e sputate comprese.

Dimenticavo: potrei anche fare a meno di comperare magliette a mio figlio. Piú in lá di Vucinich, Del Piero & Co non andiamo, manco a scuola.

Che poi diciamocela tutta, per una che tifa Milan, non c'ė un minimo n'è di entusiasmo nė di complicitá.

Peró va beh, la mamma è sempre la mamma e ce tocca pure questo. 

Sono sulla mia panchina da sola, fortunatamente ben accompagnata dal mio iPad versione 1. Stupendo, riesce perfettamente a farmi guardare da lontano sia le mamme ciacolanti che la truppa con la palla in mano.

Giusto per la cronaca il terremoto lo vedo rotolarsi a terra da circa 5 minuti. Non piange, nulla di grave, sta solo tentando di far passare un fallo o un rigore, questo non l'ho mica capito. Pazienza, l'importante è che non ci sia bisogno immediato di un pediatra.

E per la serie ci siamo giá stancati, eccolo correre verso la bici.

Sará, ma non mi schiodo, continuo a scrivere, attendendo il solito volo con ginocchio sbucciato. 

Il gruppetto di mamme "io so che tu non sai che lei sa!" invece, ha una produzione infinita di saliva.

E io mi accendo l'ennesima sigaretta.
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