Due mesi oggi che sei un angelo: i tuoi capelli corti mori incorniciano lunghe ali bianche mentre danzi a piedi scalzi. E che non ci sei più.
Due mesi che sembrano un'eternità e nello stesso tempo due mesi che sembra ieri il nostro ultimo saluto.
Io non lo so perchè questa storia mi ha preso fino nel mio profondo, infondo non abbiamo neanche avuto così tanto modo di vederci, ma sai cosa? Ho sempre saputo che eravamo amiche, quelle che non servono mai parole per capirsi.
Quelle che anche a parlare dei problemi più grandi, sapevano finire con una risata e un vaffanculo.
Io amo le persone che sanno ridere anche mentre le lacrime gli riempiono il viso....
Io amo le persone che sanno ridere anche mentre le lacrime gli riempiono il viso....
Quanti vaffanculo che ci siamo e gliene abbiamo detti!!!! E ognuno di quei vaffanculo aveva dentro tanto di quell'amore da far impallidire Romeo e Giulietta. Perchè abbiamo saputo riderne fino alla fine.
E non è cosa da poco, sai?
E non è cosa da poco, sai?
Non sei mai andata via in realtà da me, anzi, sei tornata più di prima. E mi hai saputo far crescere. Ma non solo.
Hai avuto la capacità di farmi di nuovo imparare ad amare, in un modo completamente diverso, dopo mesi e mesi di atrofia emotiva. Ho scoperto profumi, sensazioni, lati nascosti delle persone che ho intorno.
Come posso, comunque, non ringraziarti? Vedi, tanti non potranno capire, ma poco mi importa. Perchè io e te ci siamo sempre capite anche da lontano.
Non ricordavo che oggi fosse il nove, sono giorni di emotività massacrata, sentire bugie, il non essere capita nè apprezzata. Eppure ho passato una notte di quelle da dimenticare. Stamattina ho capito il motivo. Succede sempre così, ancora di più dopo che te ne sei andata.
E non te ne sei andata per caso.... Nulla è per caso vero? Nemmeno quando torni, ogni volta alla stessa ora.
Ricordi il libro del Piccolo Principe? Oggi vorrei scriverti di quel pezzo di cui abbiamo parlato una volta, a quelle stessa ore, di quella stessa persona, di quelle stesse cose.
Leggilo, tu sai cosa cosa voglio dirti con queste parole:
“Si ti voglio bene, ma tu non l’hai saputo a causa mia, cerca di essere felice e lascia perdere questa campana di vetro che mi hai messo su per coprirmi dal freddo, non mi serve”. Ed il piccolo principe dice: “ E il freddo, e le bestie di cui avevi paura?”
E lei: “ Il vento lo sopporterò dopotutto sono un fiore e le bestie?…bè devo pur sopportare un bruco se voglio conoscere le farfalle. Non indugiare così…hai deciso di partire e allora vattene, vai via!”.
Perché non voleva lo vedesse piangere…era un fiore così orgoglioso da non riuscire a chiedere di restare, un fiore così stupido che non avrebbe mai detto:”Se tu vai via io appassisco”… Il piccolo principe partì lontano e incontrando varie persone e personaggi si ritrovò in un giardino pieno di rose e si sentì molto infelice perché penso che la sua rosa gli aveva mentito, dicendogli che era la sola in tutto l’universo e disse:
“Mi credevo ricco di un fiore unico al mondo e non possiedo che una qualsiasi rosa….non sono un principe molto ricco allora…non possiedo granché”. E seduto nell’erba piangeva….. Quando si ridestò c’era una volpe accanto a lui e iniziarono a parlare. La volpe gli insegnò l’importanza di addomesticare qualcuno, pregandolo di addomesticare lei stessa e dicendogli:
“La mia vita è monotona io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. Ed io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi guarda! Vedi laggiù i campi di grano? Io non mangio il pane ed il grano, x me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla e questo è triste. Ma tu hai i capelli color dell’oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te, ed amerò il rumore del vento nel grano…Per favore addomesticami…Noi non conosciamo che le cose che addomestichiamo. Gli uomini non hanno più il tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte, ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami. Ci vuole pazienza, prima ti siederai lontano nell’erba, io ti guarderò con la coda dell’occhio diffidente e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi, ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino, fino a toccarmi e cullarmi alla fine e la diffidenza sarà un ricordo. E tornerai ogni giorno alla stessa ora perché se torni esempio tutti i pomeriggi alle 4, dalle 3 io comincerò ad agitarmi ed inquietarmi, scoprirò il prezzo della felicità! Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità, ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…ci vogliono i riti….”
Il piccolo principe non capiva e chiese: “Cosa sono i riti?”. La volpe proseguì: “ Anche questa cosa è una cosa dimenticata da tempo. E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito per esempio tra i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze al villaggio, allora x me il giovedì è un giorno meraviglioso perché posso spingermi fino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni sarebbero tutti uguali ed io non avrei mai vacanza”.
Così il piccolo principe addomesticò la volpe e quando arrivò il giorno di partire lei disse: “Io piangerò….” . Lui rispose: ” Te l’avevo detto io, la colpa è tua, io non ti volevo fare del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi….e adesso mi dici che piangerai…allora che ci guadagni?”. “Ci guadagno il colore del grano”……
"Ora vai a rivedere le rose nel giardino all’angolo, capirai che la tua è unica al mondo e poi, quando verrai a salutarmi, ti regalerò il mio segreto” rispose. Il piccolo principe andò a rivedere le rose rimanendone stupito…ma avvicinandosi e parlando con quelle rose capì una cosa molto importante che spiegò in questo modo: “Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente, nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe, non era che una volpe uguale a 100.000 volpi. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è x me unica al mondo. Voi siete belle ma siete vuote. Non si può morire x voi, certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché lei l’ho innaffiata, perché è lei che ho messa sotto una campana di vetro, perché è lei che ho riparato col paravento, perché su di lei ho ucciso i bruchi. Perché lei ho ascoltato lamentarsi e vantarsi o anche qualche volta tacere. Perché lei è la mia rosa”.
Quando si ebbe sfogato tornò a dire addio alla volpe e lei le disse il suo segreto: “E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. Gli uomini hanno dimenticato questa verità, ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa….” E sparì nella sua tana. Poi il piccolo principe nel suo vagare incontrò il serpente che gli fece capire l’importanza di pensare qualcuno che è lontano e gliela fece capire così: “Se tu vuoi bene al tuo fiore che sta adesso lontano su una stella, è dolce la notte guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite x te….”. E lui capendo cosa diceva il serpente rispose: “Il mio fiore….io ne sono responsabile! Ed è talmente ingenuo e tanto fragile. Ha quattro spine da niente x proteggersi dal mondo…”.
Ecco, il piccolo principe non lo vide più nessuno da quel momento. Ognuno la pensa a suo modo, qualcuno ipotizza che abbia continuato il suo viaggio, io sono quasi certa che sia passato a prendere la sua volpe e sia tornato dalla sua rosa, a prendersene cura, ad annaffiarla tutti i giorni, a capire che era l'unica che potesse amare in quel modo, perchè quello che c'è tra loro andava oltre.
Perchè il Piccolo Principe io non ci credo che non sappia capire cosa sia importante per lui nè di quello che farebbe piacere alla sua rosa e alla sua volpe, che le è stata accanto così tanto tempo prima di salutarlo e a cui ha fatto molto male andando via per cercare altro....... E' confuso, ha paura, non capisce, ma il Piccolo Principe ha tanto amore dentro, non può andare nella direzione sbagliata....
Non sei mai stata una dalle mezze misure, proprio come me: o bianco o nero. Tanto di più quando si parlava delle teorie sull'amore. Ma forse in molti non lo hanno mai capito.
D'altronde se non lo hanno capito mentre eri qui, come possono capirlo ora che non ci sei?
Sono stanca di chiedermi cosa pensano tutti gli altri... liberi di vivere come vogliono la tua assenza. Liberi di dimenticare, di fare scelte sbagliate, di vivere amori impossibili e ridicoli, di passare sopra al tuo rispetto. Dopo la rabbia, mi fanno solo pena.
E parlo di tutti, anche di chi ti è stato vicino. Non possono continuare a tenere distaccate le parole dai comportamenti. Fino a prova contraria dovrebbero essere gli stessi.
Io so come sto io. So quanto ti penso, quanto ti incontro ancora, quanto la tua scelta ha influenzato la mia vita attuale... Quanto ti leggo ancora dentro in ogni attimo in cui quella sofferenza avanza. Mi ha permesso di capire il perchè..... Ora ancora di più.
Insomma io volevo solo dirti che mi manchi tanto. E di non preoccuparti per me perchè so che lo stai facendo, alla fine ne vengo sempre fuori in un modo o nell'altro. Cerca di stare serena.
Hai comunque una famiglia a cui pensare, anche da lassù.
Non lasciarli mai percorrere strade sbagliate senza che tu gli sia accanto, anche se non riescono a sentirlo.
Per quanto riguarda me ti aspetto alla solita ora, sempre quella: il Piccolo Principe arriverà.