24 agosto 2010

Pianto dell’Angelo che volle essere Demone





Ti vedo singhiozzare al buio…
Sono l’unica che ha il permesso di farlo.
Vedo i tuoi occhi verdi colmi di lacrime e non posso fare a meno di piangere con te.
Perché soffri così tanto?
Forse il tuo ruolo di capo ti logora?
Forse la tua coscienza ti corrode?
O forse sei solo insicuro, in un momento in cui tutto ciò in cui crediamo barcolla sull’orlo del baratro nero?

Scuoto la testa…
Devi essere lasciato solo.
Mi volto e me ne vado.
Attorno a me, solo corridoi e saloni bui.
Quale contrasto con il Paradiso, che fu un tempo nostra dimora.
Quale tristezza nel ricordare quello che abbiamo perso.
Ma quale gioia a ripensare a ciò che abbiamo conquistato.

Nacqui con te.
Combattei con te.
Insieme fummo dichiarati decaduti.
Insieme fummo marchiati.
Insieme varcammo per l’ultima volta il cancello sorvegliato dal Cherubino Guardiano.
Testa alta, sorriso disteso.
Avevamo ottenuto a caro prezzo ciò che desideravamo, ma non ne era forse valsa la pena?

Tu ed io, i primi due angeli decaduti.
Tu, Lucifero, signore della notte, ed io, Lilith, seduttrice spietata.
Decademmo per poter amare.
Diventammo cattivi per difendere il bene.
La Legione ci seguì.
Fuggimmo da un Dio cieco di fronte ai desideri delle creature che, fedeli, lo servivano.
Trovammo il nostro utero nelle cavità della terra.
Dimoriamo nell’oscurità, di cui tu sei il Signore.
Tu, il Portatore di Luce.
Tu, che non hai mai voluto vedere i sentimenti degli altri.
Tu, che dopo secoli ancora non hai capito a chi appartenga il tuo cuore.
Tu, che non hai ancora compreso che il mio appartiene solo a te.

Non mi vuoi vedere.
Hai paura.
Nell’insicurezza e nell’infamia in cui ci dibattiamo non c’è posto per il cuore.
Tutto quello in cui abbiamo creduto è forse solo una menzogna?
No, e lo sappiamo.
Ma tu non vuoi lasciarti cullare dal mare dell’amore.
Mi laceri l’anima con i tuoi sguardi ghiacciati.
Congeli il mio sangue di angelo peccatore.
Smorzi sul nascere la fiamma che rischiara la mia esistenza infelice, e che potrebbe illuminare anche la tua.

Ultimamente accade spesso.
Ti chiudi nelle tue stanze, e piangi.
Piangi per motivi che non conosco, e che non mi permetti di conoscere.
Ma in fondo, di me non ti importa nulla.
Hai avuto novantanove mogli, finora, tutte meravigliosi angeli della Legione Traditrice.
Per te non sono mai stata altro che un’ombra insignificante.
Sono stata la TUA ombra, da sempre.
Da quando le mie ali si sono aperte alla vita, non hai mai smesso di considerarmi una fra i tanti.
E la tua indifferenza è causa per me di enormi sofferenze.

Tuttavia, forse è il mio essere solo un’ombra che mi ha donato il privilegio di starti accanto.
La tua Consigliera leale e pronta a morire per te.
Ma tu saresti pronto a farlo per me?
Oh, che domande mi pongo?
Tu, il Signore dell’Inferno, non affideresti mai la tua anima tetra alla Morte solo per salvare un tuo sottoposto.
Mai.
Ma questo io già lo so, e lo accetto.
È giusto che sia così.
Non potrò mai contare nulla per te, ma continuerò ad amarti, nel silenzio delle mie notti.
Nel silenzio delle tue lacrime che vorrei asciugare.

E il tempo trascorre, si infrange contro le barriere del sole, come l’onda sullo scoglio.
Attendo in piedi, di fronte ad una porta chiusa che non si apre.
La porta della stanza dove sei tu.
Tu, solo con la tua disperazione.
Ed è strano vedere Lucifero piangere.
Pensare che tu, traditore deviato, possa provare sentimenti umani è così inconcepibile agli occhi degli altri.
Ma non ai miei.
Ti conosco molto più di quanto tu possa pensare.
Ti venero e ti stimo.
Ti adoro eppure potrei quasi odiarti per la tua freddezza verso di me.
Non sono questi, però, i pensieri che mi concederanno la forza di aiutarti.
Solo la meravigliosa consapevolezza di appartenerti totalmente mi aiuta a varcare la soglia del tuo nascondiglio.

Sei dove ti ho lasciato.
Le spalle scosse da singhiozzi silenti.
La tua esile ma forte figura nera che quasi si amalgama con le ombre.
I tuoi capelli corvini, lucenti e morbidi come piume sacre.
Tutto in te è bello.
Sei bello.
Lo sei sempre stato, fin dal principio.
Per questo Dio ti voleva sempre accanto a sé.
Ti voleva tutto per sé, ti aveva incatenato a lui.
Non ti lasciava volare, aveva oppresso il tuo cuore, ibernandolo.
Ti ribellasti per questo, ed io ti seguii.
Già ti amavo.
Ero nata per amarti.
L’eternità, senza di te, non avrebbe avuto senso.
Mi schierai con te e non me ne pento.
Non me ne pento perché seguendoti ho potuto conoscerti ancora meglio.
Non me ne pento perché ho potuto sorreggerti nei momenti più cupi.
Proprio come mi appresto a fare ora, mentre cammino fino a posizionarmi di fronte a te.
Fino a poterti guardare in volto ed essere abbagliata dalla forza che emani.

Ti sovrasto.
Tu sei seduto sul pavimento, con le ginocchia al petto e il viso nascosto.
Mi siedo anch’io.
Quasi non respiro, per paura che la visione che ho davanti a me possa infrangersi come vetro caduto a terra.
Sembri piccolo, debole, indifeso.
Proprio tu, il Padre Nero.
Proprio tu, che dovresti incutere terrore e rispetto.
Ma sei bello, stupendo.
Sei incantevole nella tua sofferenza troppo malcelata.
Rimango a guardarti, adorante, per istanti che mi sembrano brevi e infintiti, tra luci bianche e nere, in una realtà simile al sogno.
Dai cenno di non far caso a me.
Come sempre.
Ma io mi avvicino di più, e con una mano ti costringo ad alzare il volto e a guardarmi.
Poi scivolo lentamente, fino a toccare la tua spalla.
La tua pelle candida è fredda, ma a me sembra così calda…
Mi fa desiderare solo di poter essere abbracciata da te, in quello che sarebbe il tuo primo gesto d’affetto nei miei confronti.
Ma non ti muovi.
Solo la tua voce spezza le lastre della quiete.

-Ho sbagliato tutto…-
No, non devi dirlo!
Non è vero!
-Non hai sbagliato nulla!- mormoro rassicurante, mentre una carezza si posa leggera sul tuo viso.
Cristalli di luce imprigionata scendono dai tuoi occhi, rotolano lungo le tua guance nivee fino ad arrestare la loro corsa a terra.
-Cos’ho ottenuto ribellandomi a Dio? Vi ho trascinati tutti nel fango, ti ho strappata a quella che era la tua vera casa…- singhiozzi.
La tua debolezza mi commuove, mi fa sentire così impotente, e mi fa desiderare solo di poterti riportare nel tuo cielo azzurro.
Perché è questa la Verità Sovrana.
Tu sei troppo puro per essere chiamato “il Demonio”.
Di demoniaco non hai nulla, ne mai l’avrai.
Tu sei nato davvero per portare la Luce, hai solo desiderato farlo in un modo diverso da quello che il Creatore aveva scelto, e per questo ti hanno scacciato.
-Hai fatto valere il tuo punto di vista. Lucifero, io…ti ammiro profondamente per ciò che hai fatto. Hai difeso le tue idee fino in fondo, e tutti noi abbiamo deciso di seguirti di nostra spontanea volontà. Non ci hai costretti…non mi hai strappata dalla mia casa, bensì me ne hai donata una di nuova.-
-Ma Lilith…a cosa è servito??? Io volevo che l’amore tra angeli non fosse proibito, ma in tutti questi millenni non ho mai trovato nessuno che mi amasse…. Il nostro sacrificio è stato inutile.-
Vorrei poter fermare le tue lacrime, bloccare il pianto di questo meraviglioso angelo che volle essere demone.
E allora ti abbraccio, anche se so che mi scaccerai.
Ti tengo stretto forte a me.
Avverto chiaramente il tuo profumo di rosa selvatica.
Vengo inebriata dal tuo calore.
E sento le tue braccia cingermi a loro volta.
Sono veramente felice, per la prima volta dopo infiniti anni di dolore nascosto.
-Lucifero…forse mai nessuna finora ti ha amato veramente. Forse erano tutte alla ricerca del potere e della fama, in questo Inferno dove caos e disordine sono i padroni. Forse speravano che tu le autorizzassi a fare stragi e a compiere i peggiori misfatti in tuo nome. Non hanno mai capito che tu non sei malvagio. Tu sei e sempre sarai l’angelo puro che sedeva alla sinistra di Dio, per quanto chiunque possa sostenere il contrario. Il tuo unico errore è stato di ambire alla libertà dei sentimenti. Forse coloro che fino ad ora si sono fregiate del titolo di Moglie di Satana non erano altro che perfide approfittatrici, ma non tutte sono così. io non sono così, e se mi darai l’occasione di amarti te lo dimostrerò. Me lo permetterai?-
Mi guardi negli occhi.
Ti avvicini e mi baci.
Ed io non capisco più nulla, sento solo una fiamma perversa ma dolce attraversarmi.

-Ti amo, Lilith.-
Me lo dici con occhi splendenti di tutte quelle stelle che non potremo mai vedere.
-Ed io ti ho sempre amato. E non mi importa di essere finita quaggiù, se posso averti sempre accanto. Preferisco questa oscurità alla luce di un Paradiso di cui non avremmo mai potuto sentirci veramente parte.-
Sorridi.
È la prima volta che ti vedo fare questo gesto.
E spero che non sia l’ultima.

E mentre mi tieni fra le tue braccia penso a che ne sarà dell’Inferno.
Non lo so, solo il tempo potrà decidere.
Ma questo sarà un luogo sicuro per tutti quegli angeli che vorranno amarsi.
Qui nessuno vieterà loro le gioie del sentimento più bello.
E qui tu continuerai a governare il tuo regno di tenebra, tu, il Portatore della Luce.
Qui resterai, fino alla caduta dell’Universo.
Accanto a me.
Accanto a colei che sarà sempre pronta a consolarti.
Accanto all’unica che potrà asciugare le lacrime del pianto dell’Angelo che volle essere Demone.

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