Vorrei iniziare questo post in modo polemico, tipico mio nei momenti di rabbia, dicendo che qui, su Facebook e su qualsiasi altra cosa che si possa denominare come luogo personale, ci scrivo e dico quello che voglio.
Nessuno è obbligato nè a leggere nè tantomeno ad essere concorde con la sottoscritta.
Perchè questo inizio? Perchè qualcuno, che sarà volente o nolente protagonista di questo post, ha fatto il suo ultimo discorso "consigliandomi" caldamente cosa scriverci. E lascio perdere a cosa si riferisce il cosa, perchè sarebbe un'offesa anche per chi mi conosce bene.
Vero anche che eravamo in piena litigata, ma beh, a me son girate palesemente le palle. Detto ciò, vorrei prendere spunto proprio da questo dopo diversi giorni trascorsi per un paio di riflessioni in generale.
Punto primo: le litigate tra amici.
Quante ne abbiamo avuto di discussioni con le persone a cui vogliamo bene? Sono dell'idea che servano anche quelle in un rapporto. Non può filare tutto liscio, sarebbe quanto meno annoverabile tra i falsi storici di questo mondo. E ci sono ovviamente litigate e litigate. Quelle premeditate, cattive, costruite su periodi di attesa infami fino ad esplodere.
E quelle di pancia, quelle reali, dove si dicono cose anche molto cattive, ma capibili. Scleri che per quanto mi riguarda passano, e anche abbastanza in fretta. Non sono capace di legarmele al dito io, proprio non ci riesco.
Si certo, ragiono a distanza sulle cose dette ma mi permettono anche di capire i miei errori prima di quelli altrui. E non concepisco come da queste ultime litigate ci si possa allontanare se il bene alla base è un bene reale.
Punto secondo: conoscere le persone.
Ora ditemi che le conoscete perfettamente. Eh no, non si conoscono mai. Ci si costruisce delle aspettative che spesso sono materialmente distrutte. Ti aspetti che siano in un modo (spesso positivo e poi distruttivo) e invece scopri, a volte di colpo, che sono tutt'altro.
E ti chiedi come sia possibile. Non tanto perchè non ti capaciti di come tu non abbia capito nulla, ma proprio di come le persone, gli amici anche, possano in realtà tramutarsi in modo così differente.
Punto tre: l'amicizia.
Urka, punto decisamente difficile. Fatico a non legarmi molto alle persone quando sento un'affinità forte. Lo diventano velocemente se li sento in sintonia, se mi sento bene, se mi sento di condividere anche cose molto personali. Se poi la questione è così anche dall'altra parte, beh, il passo è ancora più breve.
Anche qui mi chiedo come sia possibile però, che un'amicizia costruita su basi importanti, si smaterializzi come sabbia al vento. Ovvio che questo punto sia in perfetta sincronia con i precedenti uno e due. Sono convinta che non si debba essere per forza concordi su tutto per essere amici. Si può, forse, imparare con il tempo a capire e ad accettare scelte differenti. Si può litigare, discutere, scazzare. Ma non sparire. Non è mica una relazione d'amore.... dovrebbe essere un confronto, costruttivo, tutti i giorni.
Punto quattro: i valori.
Va bene, viviamo in un periodo storico e in una società dove questa parola sta per essere tolta anche dal vocabolario italiano probabilmente ma sono cresciuta, grazie alla mia famiglia con dei valori. Che a volte possono anche vacillare sotto duri colpi, ma che permangono dentro continuamente.
Che voglio trasmettere a mio figlio, per sapere che ogni volta che cadrà, potrà rialzarsi proprio grazie a questi.
Rispetto, ricordo, protezione, famiglia, amicizia, orgoglio, pulizia. In ogni cosa. Ci puoi provare a saltarli via o a nasconderli, ma poi devono per forza saltare fuori se sei una bella persona.Se no, sei semplicemente vittima di un'egoismo e di un egocentrismo senza fine. Che si rivela in realtà, una morte già preannunciata.
Punto cinque: l'amore.
L'amore in senso lato. Non quello prettamente tra due esseri umani intesi come coppia. L'amore verso le persone, le cose, gli animali. L'amore quello vero, quello che non vuole ricevere nulla. Quello che se hai due soldi da parte, li spendi subito per fare un regalo a chi vuoi bene. Quelli che pensi ogni giorno come poter fare felice quell'altra o quelle altre persone, con quello che hai, con quello che puoi. L'amore che si fida, che nonostante tutto, si fida. Quello che ti asciuga le lacrime, che ti cazzia nei momenti no, che ride con te delle cazzate anche se ti sembrano davvero enormi cazzate. L'amore che deve esserci se vuoi bene. E che se sa sparire nelle difficoltà, allora non c'è mai stato, anzi, peggio. Si è rivelato tale senza esserlo.
Punto sei: le scelte.
Ognuno è libero di scegliere.
Ma ognuno è anche libero di essere concorde o meno a queste scelte.
E non vuol dire abbandonare le persone. Vuol dire semplicemente stare accanto in modo diverso, pronti a sorridere se andrà bene e pronti a dare le spalle se andrà male.
Ma anche qui, è questione di confronti. E scelte più o meno azzardate, scelte che possono più o meno essere giuste. Puoi non volere dei pareri, puoi non volere giudizi, ma se ti comporti in un certo modo, è automatico che tu te li tiri dietro.
E allora non puoi più pretendere di non averli. Come sempre nella vita. O scegli di andare in un eremo e farti i cazzi tuoi, o se coinvolgi in qualche modo il resto del mondo, non ti aspettare che il resto del mondo rimanga in silenzio.
Punto sette: me stessa.
Forse non mi conosco fino in fondo neanche io. Ma so quello che dico e faccio. E soprattutto so il motivo del perchè lo dico e lo faccio. E la mia coscienza è assolutamente pulita. Anzi, si è sbattuta fin troppo per troppe volte. Ho sempre messo davanti gli altri, le persone che amo. E purtroppo spesso, non è mai stata la scelta corretta.
Anzi, forse avrei dovuto pensare di più a me stessa, sfanculando molto prima persone e situazioni che iniziavano a diventare strette. Ma se leggete i punti prima, capirete perchè non sono capace di farlo, e finisco sempre io a starci male.
Che poi è un male che fa male davvero, ma che infondo, nel profondo, mi permette di dire che mi piaccio. Che a quasi 40 anni sono capace di avere delle emozioni vere. Che non mi fermo mai alla superficie, che vado sempre più in là, anche a costo di prenderla in quel posto.
Perchè io, non rinfaccerò mai le cose personali dette, non attaccherò mai una persona su cose a cui non credo... e non consiglierò mai con cattiveria, cosa scrivere in un "libro" privato, violentando e schernendo parole importanti che sono state dette in un percorso fatto insieme. Seppur breve, ma intenso.
Mi limiterò sempre e solo a leggerle. E in qualche modo, a farle anche un po' mie. Magari sentendomi anche una merda per aver detto o fatto cose che hanno potuto ferire, o semplicemente per non aver capito.
Ma onestamente, preferisco essere così.....
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