19 marzo 2008

Un altro figlio?




Talvolta ci penso e ci ripenso. Mi guardo intorno e mi viene voglia di nuovo, di stringere tra le braccia un fagotto appena nato.
Che sensazione meravigliosa! Ma non è così semplice.
Chi conosce la mia storia lo sa. Avere un figlio non è uno scherzo.
Ma la voglia di maternità è una sensazione troppo forte per chi ci è passato o per chi vorrebbe passarci.

Uno dei problemi sta anche nel fatto che, quando non sto bene sul lavoro, chissà perchè, mi cresce la voglia di riportare in primo piano la famiglia. Ma non si può fare solo per ripicca nei confronti del lavoro. Direi di no. Non può essere una valvola di sfogo procreare.

E chi ce la farebbe ad andare incontro ad un eventuale aborto? Essere portatori di malattie genetiche non è proprio un lasciapassare entusiasmante per creare una famiglia. Uno degli ultimi Glamour riportava delle interviste a genitori di malattie genetiche in cerca di un figlio, di una fecondazione artificiale che permettesse loro di scegliere geneticamente l'ovulo sano.

So di cosa parlano, ci sono passata. La paura, il terrore di crescere un figlio malato, talvolta con malattie incompatibili con la vita. Come quella che ahimé, mi sono ritrovata a conoscere (e a saper di essere portatrice sana) a 29 anni. L'ignoranza è vergognosa riguardo a qs genere di malattie. La "mia" (beh, mi vengono un po' i brividi a definirla cosi) si chiama SMA, ossia Amiotrofia Spinale Muscolare. Non sto a spiegare cos'è...è solo incompatibile con la vita. È come estrarre di nuovo il pugnale dal cuore.

Mi sembra di essere in catene. Non ne esco. E non volevo parlarne qui, ma credo che spesso anche le esperienze più personali possano giovare a qualcun altro. E quando ci si sente soli...almeno si sa di non esserlo sempre.

Un'amica recentemente, mi ha detto che sbaglio l'approccio con il lavoro. Che è SOLO lavoro, che non si deve farne una cosa personale. Ha ragione lo so, lei dice che la vita è un'altra, che non è il lavoro. Lei sa la mia storia. Ha doppiamente ragione. Ma la parte caratteriale spesso sorvola anche ciò che ho passato...rimane comunque il fatto che ha ragione.

5 commenti:

  1. Il lavoro bene o male condiziona pesantemente il nostro umore. Per quanto tentiamo di relativizzare passiamo cmq 10 ore al giorno in ufficio ed è la maggior parte della nostra giornata. Quello che è importante però, secondo me, è lasciarselo alle spalle quando si esce dall'ufficio pensare ad altro concentrarsi su quello che si ha.

    Magari potresti prendere un cane o un gatto, ora anche la scienza dice che sono anti stress e aiutano i bambini a socializzare :-)

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  2. sono io l'amica????????
    Rossella
    ;-)

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  3. Ma Pippa, mi deludi...lo sai che ho già Sponky, l'amante segreto di Valdona!!!!
    E povero cagnolino...potesse scappare da Samuele lo farebbe subito! ;-) i bambini impareranno pure a socializzare ma i cani scappano!!! eheheh
    ...mhhh forse forse potrei portarlo al lavoro, la dog teraphy li potrebbe funzionare!!!

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  4. @rossi...mmmhhhh, mah, non voglio fare nomi...ehehehe, segreto professionale! ;-)

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  5. .....e va bene così, SENZA PAROLE.....

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