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La diagnosi prenatale invasiva
Di seguito sono indicate le condizioni che prevedono l’accesso in esenzione a prestazioni maggiormente invasive come, ad esempio, villocentesi e amniocentesi.
Per indagini citogenetiche:
- alta probabilità di trisomia 21 o di altre anomalie cromosomiche. Ogni Regione stabilisce in modo autonomo i metodi più indicati tra quelli basati sull’età materna in combinazione con altri parametri ecografici fetali e/o di laboratorio;
- genitori con precedente figlio affetto da patologia cromosomica;
- genitore portatore di riarrangiamento strutturale bilanciato dei cromosomi;
- genitore con aneuploidia cromosomica omogenea o in mosaico;
- gnomalie fetali/della gravidanza evidenziate mediante ecografia.
Per le indagini genetiche:
- genitore eterozigote per una patologia/mutazione autosomica dominante;
- genitori entrambi eterozigoti per mutazioni geniche correlate a patologie autosomiche recessive;
- madre eterozigote per mutazioni recessive legate all’X;
- madre portatrice di mutazione mitocondriale;
- segni ecografici feto-annessiali indicativi di specifiche patologie genetiche;
- altre condizioni di possibile rischio correlate alla storia familiare, da verificare in sede di consulenza genetica.
Per indagini infettivologiche:
- condizione di rischio fetale determinato sulla base di una accertata infezione materna e/o di segni rilevati all’ecografia potenzialmente associati a patologie infettive.
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