20 febbraio 2010

I have a problem ovvero quando hai un problema.



Si ho un problema e pure grosso per me. Che non so affrontare, non so risolvere e soprattutto non so lasciare da parte. Che poi da un problema nasce una valanga di cose che si attaccano. E via al circolo vizioso dell'auto-distruzione. Si ok. Sorridi, vivi, urla, ridi, ama. Ma quante stronzate. Si fa tutto ciò solo quando tutto va bene, quando non va bene non hai nessuna voglia di ridere, nessuna voglia di vivere, nessuna voglia di amare e ti penti anche di averlo fatto. Ti rimane solo la voglia di urlare che peccato non sia una buona idea, nel momento in cui le tue urla non racchiudano fiori di campo ma miserabili insulti per il mondo intero.

Vorrei avere la tanto famosa bacchetta magica, per farlo sparire (il problema). Che poi non vuol dire non affrontarlo, ci ho provato con tutte le mie forze ma pare sia un buco nero dal quale è impossibile uscire, anzi ti risucchia sempre di più. E cosa fai? Tutti i consigli più scontati e forse più rapidi da dare hanno già una bella X sopra. Non sono serviti a nulla. E il muro del mio carcere personale si sta sempre più riempiendo.

Scappare? Ma no, cosa serve scappare? E sinceramente no, questa vittoria schiacciante non la permetto anche perchè quando non sei sola nella vita non è che proprio puoi svegliarti al mattino e decidere di cambiare cosi a priori tutta la tua vita. Prendere un biglietto di sola andata. Non ci penso proprio. Vorrei che fosse il mio problema a prendere un biglietto di sola andata. Si, e mi verrebbe da dire per l'inferno, ma poi non è quello che penso. Però come frase di effetto ci stava, e pure bene...

Che poi ne potessi parlare liberamente... Uff...I problemi esistono sempre, a volte più pesanti di quello che ti aspetti. E più prolungati, e più duri da risolvere. Non sono mai stata una che ha gettato la spugna. Ma questo è come una brutta malattia che ti corrode giorno dopo giorno, ti leva le forze, il sorriso. E ti sputtana il fisico, la mente, il cuore e tutto ciò che ti concerne. Se no non sarebbe un problema cosi problematico.

Ho fatto A. A ha portato al disastro.

Ho fatto B. Qualcosa è migliorato, solo in apparenza.

Ho fatto C. C non ha portato a nulla.

Ho fatto D. La reazione è ritornata al devasto.

Potrei andare avanti con tutto l'alfabeto. Ci sarebbero solo infinite sfumature di una risoluzione momentanea... ma che non ha senso. Mi chiedo ogni giorno come sia stato possibile lasciarlo espandere cosi e lasciarlo soprattutto deteriorare fino a questo livello. Non ha nessun senso. E non esiste cura, quando lo stesso problema si rifiuta di essere guarito o forse non lo deve essere. Però se fosse così, basta agonia... che muoia immediatamente. Ho già anche pronta la bara per sotterrarlo e festeggiare, se solo il famoso problema decidesse finalmente di abbandonarmi.

E mi da rabbia, una rabbia che per altro, non puoi sfogare. E' stato tirato giù solo il muro di Berlino, e dietro c'erano quante persone? Come posso io sola, abbattere un muro così alto e duro? Il problema del problema è che se non si trova una soluzione io non ne esco.

E per di più visto che mi pare non ci sia nessun buon motivo e nessun buon modo di risolverlo, andrebbe tolto alla radice. Così non va bene proseguire, con questa cosa che ti mangia. Il fatto è che non sono depressa. Sto cercando una soluzione, la lotta mi appartiene più che mai. O meglio bah, sto tentando di aspettare che la questione si risolva da sola, ma non è sempre facile.

Il destino è segnato, ma la vita ce la costruiamo noi, quindi, qualcosa bisogna pur fare. Per lo meno scegliere di non fare nulla. Insomma, non so proprio cosa fare... O_o'

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