11 luglio 2013

Un temporale estivo


Ti ho conosciuto per caso, mentre tentavo di ricucire gli ennesimi strappi del cuore. 

Volevo fare pulizie tra i ricordi, smontare gli ingranaggi della mente e ammorbidirli con l'olio per non pensare, per non vivere più ciò che sa tormentarti l'anima, tra ogni persona che incontri.

Non riesco a imparare, non so imparare a non farmi del male. Eppure quante volte mi sono detta di non cascarci, di non andare avanti, che quel passo in più sarebbero stati mille in dietro, dopo.

Ti ho incrociato in uno sguardo. Non ho potuto evitarlo. L'abisso dei sensi.

Hai presente quando stai entrando in mare accaldata e senti freddo, non vuoi buttarti, ma poi lo devi fare per non tremare? Ecco. Ho dovuto, senza accorgermene, tuffarmi dentro te, dalla via più facile: i tuoi occhi.

Non ho capito. No, non ho capito nulla. C'era un muro lungo la strada, io quel muro me lo ricordo bene, eppure in quel momento, c'era il vuoto tranne te, c'era solo quel mare calmo e trasparente dove volevo essere cullata.

...E quando hai saputo sfoderare la tua arma migliore, io mi sono sentita come neve al sole. Il tuo sorriso, con quella leggera smorfia dell'angolo della bocca. Quell'apostrofo così candido, ma così imbarazzantemente sensuale: quel brivido lungo la schiena, di quelli che devi nascondere stringendo forte le cosce.

Cinque minuti di imbarazzo, quattro minuti di simbiosi, tre minuti di sensazioni, due minuti di silenzio, un minuto, un'infinito minuto per trovarti e poi perderti.

Te ne sei andato con la tua camminata insicura, avvolto nella tua felpa rossa senza voltarti, circondato dalle loro voci. Sapevi che da lontano ti stavo guardando di nascosto, che ti avrei osservato finchè saresti sparito in quel vicolo di paese nascosto dalle siepi.

Doveva andare così. Le tempeste non durano mai in eterno. A volte tornano con la stessa intensità, a volte resta il sereno per molto, molto tempo.

Ma non se ne vanno mai senza aver lasciato il segno.....



17 maggio 2013

Ma vale la pena di essere sempre arrabbiati?


Oggi non sono in forma e capita sempre, ogni volta che non lo sono, che la mente prenda il volo su vari argomenti.

Sono un paio di giorni che mi chiedo se vale la pena di rimanere arrabbiati a lungo quando qualcosa non funziona. E detto da una che è perennemente incazzata, beh, forse ha un senso leggermente diverso.

Attenzione, non sarò mai una di quelle persone che si lasciano scivolare addosso tutto, anzi quanti fiumi di lacrime pensando a cose passate perse per strada, ma nell'ultimo anno sono accadute così tante cose che forse forse mi stanno facendo rivedere alcune mie idee/sensazioni.

E continuo ad arrabbiarmi, ma quanto meno il primo passo è capire quanto e in che modo mi arrabbio. E nei confronti di chi. Se quella persona con cui mi arrabbio ha un senso nella mia vita oppure no. E tutto sommato anche qui le vie collimano.

Punto primo: se è una persona di cui non me ne frega nulla, perchè mi arrabbio e ci perdo tempo?

Punto secondo: se è una persona a cui tengo in particolar modo e ha modi e azioni differenti dalle mie, perchè mi devo arrabbiare senza tentare di capire?

Punto terzo: se mi arrabbio posso cambiare qualcosa? Se si ci può anche stare ma se è un no.. cosa lo faccio a fare?

Che la vita sia troppo corta è scontato, quindi non è neanche questo.

E' che spesso prende il sopravvento la testa che non capisce, che non vede al di fuori da quegli schemi che uno si è lentamente costruito.

Ma da quando esiste un tempo prestabilito per non poter cambiare idea, migliorare, aprire gli orizzonti? Alcuni dicono che non si può più cambiare dopo una certa età. Io dico che non è così, che c'è sempre tempo, anzi, bisognerebbe sempre riallinearsi di nuovo con se stessi ogni tanto.

Perchè forse c'è sempre un perchè dietro ogni cosa, ad ogni pianto, ad ogni star male, ad ogni litigata che pare senza senso. Ma perchè non si può almeno tentare di comprendere cosa ha spinto una determinata situazione? Non lo so. Ma me lo domando, e dove non sia possibile non arrivarci, ho deciso quanto meno di provarci.

E di credere comunque nei trascorsi, nei viaggi, negli incontri, nelle parole dure e in quelle che ti sorridono dentro. Dicono che nulla succede per caso... io non ci ho mai creduto se non ultimamente. Ed è talmente vero che sarà il mio prossimo tatuaggio.

E forse ho deciso di impormi di vivere un po' meno incazzosa, che non vuol dire non prendere fuoco o fare una battuta sfanculando l'eterno mondo. Ma essere dentro, semplicemente più serena davanti a tutto, elaborare e poi decidere se ne vale la pena. Ridurre i tempi. Non dare sempre giustificazioni, guardare oltre.

Perchè le persone che mi vivono accanto, si meritano ancor meno di me, di camminare con una persona che ha il muso perenne, che non vuole capire, che digrigna i denti per tutto... ma soprattutto non ho più voglia di avere male dentro, di perdere davvero tempo prezioso quando ci sono mille altre risorse a cui far fronte. Forse, lo chiamano anche destino.

E allora che io me ne faccia una ragione, incazzandomi quando davvero è necessario, quando non è sinonimo di togliere una qualsiasi libertà altrui nè la propria.

Lasciare piovere quando è necessario, non c'è nulla di meglio che la pioggia per lavare via tutto. (Anche se quest'anno piove un po' troppo eh...)!

Insomma, ci si prova. Da oggi, ci si prova seriamente.




06 maggio 2013

Tiriamo le somme: qualche scusa da fare e tanti grazie da dire.


Oggi sono particolarmente malinconica. Va così.

E' un po' come quando capita di fare una somma della tua vita, delle persone che ti stanno intorno. Di cosa hai avuto e di cosa hai dato in quasi 40 anni di vita.

Beh si, a me pur essendo donna non interessa per nulla non dire l'età. Sono convinta che ogni ruga, ogni capello bianco, siano un ricordo di quello che sei stata.

Ho avuto fino ad ora una vita ricca, piena. Un buon lavoro, un matrimonio, dei figli, una casa di cui sto ancora pagando il mutuo e ancora ne avrò, una macchina in millemila rate, vestiti, scarpe, cazzate. Ci siamo. Non ci si può lamentare.

Ho avuto dei dolori enormi. E dicendo enormi, intendo proprio enormi. Il mio piccolo Lorenzo che non c'è più in primis. Nove anni con le crepe al cuore. La mia amica che ha scelto di volare via nel dolore, neanche 4 mesi fa. L'operazione al cuore di mio padre, arrivata come un fulmine e con una trafila non indifferente. Ci siamo anche qui. Insomma non mi manca di certo neanche la parte negativa.

Amici che ci sono stati, amici che se ne sono andati. Persone vere, importanti, anche se hanno fatto solo un passaggio veloce nella vita. Persone cattive, egoiste, piene di sè, che hanno saputo comunque ferirmi. Ci siamo, nella normalità.

Non ho mai rubato, ho bestemmiato, ho inveito contro Dio quando quel giorno ho dovuto dire addio a mio figlio. Da allora io e lui non siamo più in buoni rapporti. Ho fumato canne, fumo parecchie sigarette, sfanculo abbastanza pesantemente. Non ho mai preso droghe pesanti. Mi sono ubriacata. Direi spesso. Ho fatto corse esagerate in macchina fottendomene di tutto. Non ho mai ucciso, picchiato si.

Ho creduto nei sogni. Mi ci sono frantumata anche il naso. Ho creduto nelle mie capacità. A volte ho anche riso dai buoni risultati. Mi sono odiata, amata, quasi accettata... Ho fatto del male, involontariamente e non. Ho esagerato, sempre e troppo spesso. Non sono mai stata capace di non esagerare, sia in bene che in male. E di seguito ho perso tutto o ho avuto tutto.

Ho detto bugie. Anche pesanti. Ma sempre per non ferire e generalmente legate a cazzate che ho saputo fare... ne ho fatte parecchie. Lo ammetto. Ma sono anche quelle che mi hanno tenuto in vita. Quelle per cui ti sentivi in grado di spaccare il mondo, di tirare una corda e saltare sopra a tutti, in un grande tendone a prova di idiota. E via di seguito la bugia per rattoppare situazioni scomode.

Ma ho anche sempre detto la verità in tutti gli altri casi. A costo di litigare, di allontanare, di distruggere me stessa per prima. Mi sono fatta molto male. Ma non ho mai sopportato l'ipocrisia. Ecco, questa proprio no. E non lo sono mai stata. Mai. Forse avrei dovuto a volte, di sicuro sarei stata molto meglio.

Non ho mai saputo neanche come si faccia a essere menefreghisti, codardi o egoisti, mai. Non ci sono proprio mai riuscita neanche in questo.

Avrei voluto sentirmi fare delle scuse che ho aspettato per troppo tempo, aspettare.. oh sono una perfezionista in questo... quante volte ho aspettato il ritorno, i sentimenti veri, la famosa fine da film. Per poi ogni volta bestemmiare contro la Disney per farmi credere ancora ora che l'amore quello vero esista, che non sa distruggersi come cartapesta, che alla fine deve per forza finire bene... ma quando mai.... generalmente il 99% delle volte non va mai come hai pensato andasse...

Ma tutto sommato, stasera la cosa che mi viene più da pensare, è che avrei voluto darne un paio in particolare di scuse. Diciamo qualcuna di più. Ma avrei voluto chiedere scusa, scusa davvero di cuore a qualcuno che non c'è più o che c'è ancora, nonostante gli anni passino. E a ognuno di loro dire anche un grazie per motivi particolari.

Scusa al mio Lollo perchè non ho saputo difenderlo, perchè non ho saputo, come mamma, salvarlo. Ma solo morire con lui anche se non fisicamente. Perchè in quello non ci sono riuscita, non ne ho avuto la forza... Grazie, grazie per avermi fatto sentire più mamma di ogni altra nella tua sofferenza, grazie di avermi guardato con quegli occhi. E grazie per avermi fatto diventare più dura.

Scusa a Elena, perchè avrei potuto esserci di più, perchè avrei potuto capire che la situazione era peggio di quella che si notava. Scusa perchè anche qui, da amica, non ho saputo difenderla da chi le ha fatto del male, anche da se stessa. Grazie per avermi fatto capire che essere forti non è un optional. Che gli amici servono per farti aiutare anche quando hai voglia solo di urlare e piangere. Grazie comunque per avermi ricordato quanto l'amore quello puro abbia un senso, quel senso che non può essere tradito. E che i figli sono la cosa più importante che abbiamo.

Scusa ad un vecchio amico che avrei ancora piacere di sentire. Scusa di non averti capito quando invece avrei potuto riuscirci. Scusa perchè alla fine eri importante, perchè mi mancano quei momenti e se fossi stata diversa ora ci sarebbero ancora. Grazie di avermi fatta trovare, di aver iniziato un nuovo percorso. Di avermi fatta sentire importante, di quanto io ci possa comunque riuscire.

Scusa a mio padre e mia madre per ogni volta che non li ho ascoltati, per ogni batticuore, per ogni parola cattiva detta da adolescente anarchica... Grazie, beh, grazie solo e semplicemente di tutto.

Scusa al mio fagiolino di 7 anni per ogni volta che l'ho trascurato, che l'ho cazziato solo perchè ero stanca dal lavoro. Per tutte le carezze che non gli ho fatto. Grazie amore mio, grazie di amarmi per quella che sono nonostante le nostre litigate. Grazie di esserci.

Scusa anche a te che non ci sei più nella mia vita. Perchè comunque sia, qualsiasi cosa sia successa, avrei dovuto fare un passo indietro e tenerti un po' più stretto senza stringere i lacci. Avrei dovuto darti il beneficio del dubbio fino alla fine, non fosse per altro che sarei stata un pelo più grande. Scusa per aver fatto troppo, che a volte non è per nulla un bene. Grazie. Perchè proprio a te grazie? Perchè nonostante tutto, mi sento una bella persona a credere ancora che gli affetti abbiano un senso importante, grazie perchè con le nostre litigate ho capito chi ha senso di appartenere al cerchio più vicino.

Scusa alla persona che mi è accanto da tanti anni, scusa per le cazzate, le cattiverie dette e a volte fatte. Scusa per averti trascurato, per non averti ascoltato, scusa per aver guardato in là. Scusa per non averti comunque valorizzato e difeso da me stessa. Grazie, grazie di esserci ancora, ancora qui a fianco a me. Grazie di sopportarmi con i miei scleri, i miei momenti no, le mie risate per nulla, le mie voglie di shopping sfrenato anche quando i soldi scarseggiano... Grazie!

Scusa alla mia amica, quella vera, quella del cuore, quella che a questa età non ti aspetti più di avere. Scusa per le troppe parole, per le lacrime, per gli sfoghi e le mille telefonate. Scusa per i momenti down, per le parole non sempre ragionate. Grazie, grazie per essere perfetta per me nella nostra imperfezione, grazie dei mille caffè ogni volta in cui ne ho avuto bisogno, per le sigarette condivise quando erano finite, per ogni volta che ci sei stata. Grazie per essere tu.

Scusa anche al mio ex capo, per tutte le volte che da testona non ho ascoltato. Per tutte le volte che ho parlato a sproposito, per le figuracce che ho saputo fare e far fare. Grazie perchè mi hai fatto cresce, perchè ora so osservare senza intervenire. Perchè ora so mettere davanti cose più importanti a un lavoro che non ha certezze.

Scusa alla mia amica quella lontana. Scusa per tutte le volte che abbiamo vomitato insieme, per tutte le volte che ti ho cercata chiedendo aiuto, per ogni volta che sei dovuta intervenire nelle mie stronzate. Grazie per questo e anche di più. Per ogni volta che hai saputo farmi ridere con le lacrime agli occhi, per ogni volta che hai saputo trovare una parola per valorizzarmi e difendermi.

Scusa a te che ti ho dimenticato, ma che sei stata importante nel mio percorso. E grazie per avermi dato quel qualcosa che ancora mi porto dentro.

E infine scusa a me stessa. Per ogni volta che non ho saputo nè creduto di valere qualcosa. Per tutte le volte che mi sono sentita in difetto e fuori luogo. Per le volte che abbiamo fatto lotte immense senza sapere come muoversi. Per le botte date al cuore e all'anima. E infondo si, grazie per essere così, per aver imparato ad amare, per essere cresciuta un po' di più. E aver imparato qualcosa in ogni sbaglio.
Grazie per saperti ancora commuovere davanti a un cucciolo e per avere così tanti ricordi.

Perchè se ne hai così tanti, in fondo, questa è una bella, bellissima vita. (Da non dimenticarlo troppo spesso).




29 aprile 2013

Aspetta. Si ti aspetterò, per sempre. Anche se per sempre non è più.



E' che a volte capita.

Ci sono momenti in cui non hai nessuna voglia di aspettare, in cui vuoi tutto e subito.

E ci sono momenti in cui ti siedi su un balcone, ti accendi una sigaretta, guardi il cielo e sai già che stai aspettando. E che continuerai ad aspettare.

Questa volta continuerai ad aspettare, comunque vada.

Il fatto che nessuno ti dica che tornerà o arriverà quello che vuoi, non è di certo quello che saprà fermarti.

Il cuore spesso si ferma dopo la testa...

E continui a guardare quel cielo che non ha più nulla di speciale, come in quelle notti che lo guardavi in un altro modo.

Quelle notti insonni, quando già stavi aspettando. Quando avevi tuo figlio in pancia e lo sentivi crescere, quando aspettavi un sms che non arrivava, quando speravi che arrivasse presto il giorno dopo per incontrare l'amore della tua vita, quando sapevi di dover prendere un aereo per partire lontano...

Ci sono momenti in cui ti senti annientato emozionalmente e momenti in cui le emozioni ti travolgono, ti tolgono il fiato.

E ti mancano da impazzire quando non ci sono più.

Quando tutto ti sembra sottotono, quando ogni giorno devi importi di respirare forte per sentirti vivo.

Scappare. Forse la scelta più semplice. Ma dopo che sei scappato ti accorgi che non puoi scappare da te stesso, ti porti dietro come uno zaino sulle spalle rovinato, pieno di ricordi, di incontri, di sensazioni.

E tenti di svuotarlo ma lo trovi sempre pieno. Però poi ci sono momenti in cui, invece, ti siedi sui primi scalini che incontri e inizi a tirare fuori tutto: fotografie in bianco e nero, fogli scarabocchiati, pagine di libri dove ci hai messo un segno, un'iniziale, un nome...

E allora aspetti, aspetti che lui ritorni, che lui ti scriva, che in qualche modo rientri nella tua vita.

E aspetti di risentire di nuovo quel respiro nella pancia, aspetti di riprendere un treno per andare di nuovo là, in quel posto dove ci hai lasciato l'anima, dove lui era con te.

O semplicemente aspetti di capire. Di scegliere la strada giusta mentre il mondo va avanti.

Perchè tu sei sceso a quella fermata dove hai trovato te stesso, o meglio dove vuoi ritrovarti. Perchè si, ti senti un po' perso.

Tu con le tue sigarette e le tue scarpe più comode, quelle da battaglia.

Tu con le tue lacrime e le tue malinconie, e quelle crepe del cuore che devi ricucire con ago e filo.

Tu con la tua felpa e i macigni che non sei riuscito a buttare durante i tuoi viaggi.

Ti manca, ti manca talmente tanto che a volte sembra che tu non sia più capace di respirare da solo. Ti senti una morsa al petto così forte che non ci riesci a capire.

Eppure ricordi di aver fatto di tutto, errori compresi, per rimanere così com'eri: felice.

Ma non ha funzionato. Incompatibilità, paura, casino... chi può dirlo... alla fine continui a non capire. E non puoi neanche fartene una colpa se non è andata come speravi. Eppure ci hai provato, ma tanto davvero.

Come quando ti hanno regalato quell'aquilone rosso meraviglioso e sei andato su quella spiaggia lunghissima convinto di far volare anche i tuoi sogni... e nonostante il vento non ha preso quota. Nonostante la tua corsa senza fiato, non ha imparato a volare da solo...

E allora aspetti. A volte aspetti. Decidi di farlo.

Perchè si, comunque vada ti aspetterò, per sempre. Anche se per sempre non è più.


26 aprile 2013

Sette punti per riflettere. In generale.


Vorrei iniziare questo post in modo polemico, tipico mio nei momenti di rabbia, dicendo che qui, su Facebook e su qualsiasi altra cosa che si possa denominare come luogo personale, ci scrivo e dico quello che voglio.

Nessuno è obbligato nè a leggere nè tantomeno ad essere concorde con la sottoscritta.

Perchè questo inizio? Perchè qualcuno, che sarà volente o nolente protagonista di questo post, ha fatto il suo ultimo discorso "consigliandomi" caldamente cosa scriverci. E lascio perdere a cosa si riferisce il cosa, perchè sarebbe un'offesa anche per chi mi conosce bene.

Vero anche che eravamo in piena litigata, ma beh, a me son girate palesemente le palle. Detto ciò, vorrei prendere spunto proprio da questo dopo diversi giorni trascorsi per un paio di riflessioni in generale.

Punto primo: le litigate tra amici.

Quante ne abbiamo avuto di discussioni con le persone a cui vogliamo bene? Sono dell'idea che servano anche quelle in un rapporto. Non può filare tutto liscio, sarebbe quanto meno annoverabile tra i falsi storici di questo mondo. E ci sono ovviamente litigate e litigate. Quelle premeditate, cattive, costruite su periodi di attesa infami fino ad esplodere.
E quelle di pancia, quelle reali, dove si dicono cose anche molto cattive, ma capibili. Scleri che per quanto mi riguarda passano, e anche abbastanza in fretta. Non sono capace di legarmele al dito io, proprio non ci riesco.
Si certo, ragiono a distanza sulle cose dette ma mi permettono anche di capire i miei errori prima di quelli altrui. E non concepisco come da queste ultime litigate ci si possa allontanare se il bene alla base è un bene reale.

Punto secondo: conoscere le persone.

Ora ditemi che le conoscete perfettamente. Eh no, non si conoscono mai. Ci si costruisce delle aspettative che spesso sono materialmente distrutte. Ti aspetti che siano in un modo (spesso positivo e poi distruttivo) e invece scopri, a volte di colpo, che sono tutt'altro.
E ti chiedi come sia possibile. Non tanto perchè non ti capaciti di come tu non abbia capito nulla, ma proprio di come le persone, gli amici anche, possano in realtà tramutarsi in modo così differente.

Punto tre: l'amicizia.

Urka, punto decisamente difficile. Fatico a non legarmi molto alle persone quando sento un'affinità forte. Lo diventano velocemente se li sento in sintonia, se mi sento bene, se mi sento di condividere anche cose molto personali. Se poi la questione è così anche dall'altra parte, beh, il passo è ancora più breve.
Anche qui mi chiedo come sia possibile però, che un'amicizia costruita su basi importanti, si smaterializzi come sabbia al vento. Ovvio che questo punto sia in perfetta sincronia con i precedenti uno e due. Sono convinta che non si debba essere per forza concordi su tutto per essere amici. Si può, forse, imparare con il tempo a capire e ad accettare scelte differenti. Si può litigare, discutere, scazzare. Ma non sparire. Non è mica una relazione d'amore.... dovrebbe essere un confronto, costruttivo, tutti i giorni.

Punto quattro: i valori.

Va bene, viviamo in un periodo storico e in una società dove questa parola sta per essere tolta anche dal vocabolario italiano probabilmente ma sono cresciuta, grazie alla mia famiglia con dei valori. Che a volte possono anche vacillare sotto duri colpi, ma che permangono dentro continuamente.
Che voglio trasmettere a mio figlio, per sapere che ogni volta che cadrà, potrà rialzarsi proprio grazie a questi.
Rispetto, ricordo, protezione, famiglia, amicizia, orgoglio, pulizia. In ogni cosa. Ci puoi provare a saltarli via o a nasconderli, ma poi devono per forza saltare fuori se sei una bella persona.Se no, sei semplicemente vittima di un'egoismo e di un egocentrismo senza fine. Che si rivela in realtà, una morte già preannunciata.

Punto cinque: l'amore.

L'amore in senso lato. Non quello prettamente tra due esseri umani intesi come coppia. L'amore verso le persone, le cose, gli animali. L'amore quello vero, quello che non vuole ricevere nulla. Quello che se hai due soldi da parte, li spendi subito per fare un regalo a chi vuoi bene. Quelli che pensi ogni giorno come poter fare felice quell'altra o quelle altre persone, con quello che hai, con quello che puoi. L'amore che si fida, che nonostante tutto, si fida. Quello che ti asciuga le lacrime, che ti cazzia nei momenti no, che ride con te delle cazzate anche se ti sembrano davvero enormi cazzate. L'amore che deve esserci se vuoi bene. E che se sa sparire nelle difficoltà, allora non c'è mai stato, anzi, peggio. Si è rivelato tale senza esserlo.

Punto sei: le scelte.

Ognuno è libero di scegliere.
Ma ognuno è anche libero di essere concorde o meno a queste scelte.
E non vuol dire abbandonare le persone. Vuol dire semplicemente stare accanto in modo diverso, pronti a sorridere se andrà bene e pronti a dare le spalle se andrà male.
Ma anche qui, è questione di confronti. E scelte più o meno azzardate, scelte che possono più o meno essere giuste. Puoi non volere dei pareri, puoi non volere giudizi, ma se ti comporti in un certo modo, è automatico che tu te li tiri dietro.
E allora non puoi più pretendere di non averli. Come sempre nella vita. O scegli di andare in un eremo e farti i cazzi tuoi, o se coinvolgi in qualche modo il resto del mondo, non ti aspettare che il resto del mondo rimanga in silenzio.

Punto sette: me stessa.

Forse non mi conosco fino in fondo neanche io. Ma so quello che dico e faccio. E soprattutto so il motivo del perchè lo dico e lo faccio. E la mia coscienza è assolutamente pulita. Anzi, si è sbattuta fin troppo per troppe volte. Ho sempre messo davanti gli altri, le persone che amo. E purtroppo spesso, non è mai stata la scelta corretta.
Anzi, forse avrei dovuto pensare di più a me stessa, sfanculando molto prima persone e situazioni che iniziavano a diventare strette. Ma se leggete i punti prima, capirete perchè non sono capace di farlo, e finisco sempre io a starci male.
Che poi è un male che fa male davvero, ma che infondo, nel profondo, mi permette di dire che mi piaccio. Che a quasi 40 anni sono capace di avere delle emozioni vere. Che non mi fermo mai alla superficie, che vado sempre più in là, anche a costo di prenderla in quel posto.

Perchè io, non rinfaccerò mai le cose personali dette, non attaccherò mai una persona su cose a cui non credo... e non consiglierò mai con cattiveria, cosa scrivere in un "libro" privato, violentando e schernendo parole importanti che sono state dette in un percorso fatto insieme. Seppur breve, ma intenso.

Mi limiterò sempre e solo a leggerle. E in qualche modo, a farle anche un po' mie. Magari sentendomi anche una merda per aver detto o fatto cose che hanno potuto ferire, o semplicemente per non aver capito.


Ma onestamente, preferisco essere così.....







19 aprile 2013

15 motivi per essere contrari ai matrimoni Gay.




1. Essere gay non e’ naturale. I veri italiani rifiutano ciò che è innaturale, come gli occhiali, le scarpe, il poliestere e l’ aria condizionata.

2. Il matrimonio gay spingerà le persone ad essere gay, allo stesso modo in cui far andare in giro persone alte vi fa diventare alti.

3. Legalizzare il matrimonio gay aprirà la strada a ogni tipo di stile di vita folle. Le persone vorranno sposare i propri animali domestici, perché ovviamente un cane ha una personalità giuridica e i diritti civili per sposarsi, nonché la capacità di dichiararsi consenziente o meno al contratto giuridico.

4. Il matrimonio eterosessuale esiste da moltissimo tempo e non e’ mai cambiato minimamente; le donne infatti sono ancora una proprietà del marito, le nozze sono decise dai genitori, il padre ha il diritto di vita e di morte sui figli, i neri non possono sposare i bianchi e il divorzio non esiste.

5. Il matrimonio eterosessuale perderà valore se sarà permesso anche ai gay di sposarsi. La santità dei sette matrimoni di Liz Taylor verrebbe distrutta.

6. I matrimoni eterosessuali sono validi perché sono fertili e producono figli. Le coppie gay, come anche quelle sterili e le persone anziane, non devono potersi sposare perché i nostri orfanotrofi sono vuoti e il mondo ha bisogno di più bambini.

7. Ovviamente i genitori gay tirerebbero su figli gay, proprio come da genitori eterosessuali nascono soltanto figli eterosessuali.
8. Il matrimonio gay e’ vietato dalla religione. Dunque in una teocrazia come la nostra i valori di una religione devono essere imposti all’intera nazione. Ecco perché’ in Italia c’è una sola religione e tutti i bambini devono essere battezzati alla nascita.

9. I bambini non saranno mai sereni ed equilibrati senza un modello maschile e uno femminile a casa. Per questo nella nostra società quando un genitore é da solo, o perché è vedovo o perché è stato lasciato, gli vengono tolti anche i figli.

10. Il matrimonio gay cambierà i fondamenti della nostra società e noi non potremmo mai adattarci alle nuove norme sociali. Proprio come non ci siamo mai adattati alle automobili, al lavoro in fabbrica e all’allungamento della vita media.

11. Le relazioni gay non sono durature perché i gay per natura sono promiscui. Infatti i mariti etero e le mogli etero non hanno MAI relazioni extraconiugali e non divorziano mai.

12. I bambini cresciuti da una coppia gay verranno derisi e discriminati dagli altri coetanei. A differenza di quelli con le orecchie a sventola, quelli con il naso grosso, quelli grassi, quelli effeminati, quelli di colore, quelli con la erre moscia, o quelli troppo bassi che sono accettati da tutti i coetanei e mai presi in giro da nessuno.

13. Perché la religione cattolica vieta l’atto omosessuale che è considerato peccato, e dunque loro non possono sposarsi ma possono farlo assassini, pedofili, maniaci sessuali, ladri, mafiosi, serial killer, truffatori, mercanti di organi, commercianti di bambini , di schiavi, di pellicce, papponi e chiunque non sia un omosessuale.

14. Perché il matrimonio omosessuale comporta l’atto omosessuale. Ma la Bibbia considera peccato l’atto omosessuale così come la masturbazione, i rapporti sessuali prima del matrimonio e i rapporti sessuali che non hanno il fine di procreare.

15. Perché verrebbe meno l’antica tradizione calcistica Italiana, dato che di sicuro ci saranno meno calciatori. Infatti si sa che i gay odiano il calcio e porteranno a odiarlo anche ai loro bambini impedendogli quindi di praticare qualsiasi tipo di sport che non sia danza classica, ginnastica ritmica, pattinaggio sul ghiaccio, shopping, manicure, lampada e bolle di sapone.

10 aprile 2013

Lui era una di quelle cose che....


Lo sapevo dall'inizio che sarebbe finita così.

Era una di quelle situazioni che già conosci, che già sai come iniziano e come finiscono, ma ci provi comunque.

Era una di quelle sensazioni che ancora non capisci bene, allora ti ci infili, ti fai prendere, ma sai già come finiscono.

Lui era una di quelle persone che si fa voler bene dopo una settimana, una di quelle subito speciali, in grado di cambiarti la giornata.

Ma sai già tutto.

Va a finire che ti fidi, anche se sai che sbagli, va a finire che ci caschi, anche se sai che ti farai male.

Una di quelle che ti porta lontano, ti fa viaggiare anche se sei ferma nella tua vita.

Una di quelle che pensi che il sogno, finalmente, si avveri.


Una di quelle cose che comporta inevitabilmente lo star male, ma le fai comunque.

Una di quelle cose per le quali vuoi rischiare.

Una di quelle, che tra le tante, sceglierai un milione di volte.

Anche se farà male, anche se ci perdi, anche se sbagli.


Lui era una di quelle persone che si faceva scegliere, che ti corrodeva mentre ti voleva bene.

Era uno un po’ strano, non riuscivi mai completamente a capirlo, non sapevi cosa gli passava per la testa.

Ma a modo suo, si faceva voler bene, ti attirava, ti attraeva.

Era una di quelle persone che ti dice “sei la migliore” e lo pensa davvero...

......Finché non arriva qualcuna migliore di te.

Lo ami ancora allora?


Lo ami ancora allora?

No, veramente no. Succede, talvolta, che mi ritorni in mente. Può essere a causa di un sogno o di un odore, di un oggetto che tra i miei ricordi è legato a lui. Ad esempio, stamattina, c’era un uomo che aveva il suo stesso taglio di capelli e il suo stesso profumo. Sembrava che l’avesse fatto apposta: doveva esserselo spruzzato addosso una trentina di volte. L’aria sapeva solo di lui e io ho iniziato a trovarlo irritante. Avrei voluto andare lì e dirgli: ma perché non ti fai crescere i capelli? ma perché non ti dai meno profumo di mattina? e perché non ne compri uno nuovo? Ovviamente non ho potuto dire niente, e la mia giornata-da quel momento in poi-è improvvisamente diventata una giornata schifosa, invivibile, pesante, noiosa. Lo ami ancora allora? No, veramente no. Il fatto è che se mi ritorna in mente, le volte in cui accade, ha ancora il potere di trasformare una giornata tranquilla come tante altre in una giornata di merda. Tutto qui. Non è amore, non è malinconia, non è tristezza, non è mancanza. E’ la reazione naturale di una che amava e poi, per forza di cose, ha imparato a non amare più.

 Susanna Casciani: Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

09 marzo 2013

Una lunga storia di due mesi: le ali spiegate di un angelo dai capelli corti (e il Piccolo Principe).


Due mesi oggi che sei un angelo: i tuoi capelli corti mori incorniciano lunghe ali bianche mentre danzi a piedi scalzi. E che non ci sei più.

Due mesi che sembrano un'eternità e nello stesso tempo due mesi che sembra ieri il nostro ultimo saluto.

Io non lo so perchè questa storia mi ha preso fino nel mio profondo, infondo non abbiamo neanche avuto così tanto modo di vederci, ma sai cosa? Ho sempre saputo che eravamo amiche, quelle che non servono mai parole per capirsi.

Quelle che anche a parlare dei problemi più grandi, sapevano finire con una risata e un vaffanculo.

Io amo le persone che sanno ridere anche mentre le lacrime gli riempiono il viso....

Quanti vaffanculo che ci siamo e gliene abbiamo detti!!!! E ognuno di quei vaffanculo aveva dentro tanto di quell'amore da far impallidire Romeo e Giulietta. Perchè abbiamo saputo riderne fino alla fine.

E non è cosa da poco, sai?

Non sei mai andata via in realtà da me, anzi, sei tornata più di prima. E mi hai saputo far crescere. Ma non solo. 

Hai avuto la capacità di farmi di nuovo imparare ad amare, in un modo completamente diverso, dopo mesi e mesi di atrofia emotiva. Ho scoperto profumi, sensazioni, lati nascosti delle persone che ho intorno.

Come posso, comunque, non ringraziarti? Vedi, tanti non potranno capire, ma poco mi importa. Perchè io e te ci siamo sempre capite anche da lontano.

Non ricordavo che oggi fosse il nove, sono giorni di emotività massacrata, sentire bugie, il non essere capita nè apprezzata. Eppure ho passato una notte di quelle da dimenticare. Stamattina ho capito il motivo. Succede sempre così, ancora di più dopo che te ne sei andata.

E non te ne sei andata per caso.... Nulla è per caso vero? Nemmeno quando torni, ogni volta alla stessa ora.

Ricordi il libro del Piccolo Principe? Oggi vorrei scriverti di quel pezzo di cui abbiamo parlato una volta, a quelle stessa ore, di quella stessa persona, di quelle stesse cose.

Leggilo, tu sai cosa cosa voglio dirti con queste parole:

“Si ti voglio bene, ma tu non l’hai saputo a causa mia, cerca di essere felice e lascia perdere questa campana di vetro che mi hai messo su per coprirmi dal freddo, non mi serve”. 

Ed il piccolo principe dice: “ E il freddo, e le bestie di cui avevi paura?” 

E lei: “ Il vento lo sopporterò dopotutto sono un fiore e le bestie?…bè devo pur sopportare un bruco se voglio conoscere le farfalle. Non indugiare così…hai deciso di partire e allora vattene, vai via!”.
Perché non voleva lo vedesse piangere…era un fiore così orgoglioso da non riuscire a chiedere di restare, un fiore così stupido che non avrebbe mai detto:”Se tu vai via io appassisco”… Il piccolo principe partì lontano e incontrando varie persone e personaggi si ritrovò in un giardino pieno di rose e si sentì molto infelice perché penso che la sua rosa gli aveva mentito, dicendogli che era la sola in tutto l’universo e disse: 

“Mi credevo ricco di un fiore unico al mondo e non possiedo che una qualsiasi rosa….non sono un principe molto ricco allora…non possiedo granché”. E seduto nell’erba piangeva….. Quando si ridestò c’era una volpe accanto a lui e iniziarono a parlare. La volpe gli insegnò l’importanza di addomesticare qualcuno, pregandolo di addomesticare lei stessa e dicendogli: 

“La mia vita è monotona io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. Ed io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi guarda! Vedi laggiù i campi di grano? Io non mangio il pane ed il grano, x me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla e questo è triste. Ma tu hai i capelli color dell’oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te, ed amerò il rumore del vento nel grano…Per favore addomesticami…Noi non conosciamo che le cose che addomestichiamo. Gli uomini non hanno più il tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte, ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami. Ci vuole pazienza, prima ti siederai lontano nell’erba, io ti guarderò con la coda dell’occhio diffidente e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi, ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino, fino a toccarmi e cullarmi alla fine e la diffidenza sarà un ricordo. E tornerai ogni giorno alla stessa ora perché se torni esempio tutti i pomeriggi alle 4, dalle 3 io comincerò ad agitarmi ed inquietarmi, scoprirò il prezzo della felicità! Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità, ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…ci vogliono i riti….” 

Il piccolo principe non capiva e chiese: “Cosa sono i riti?”. La volpe proseguì: “ Anche questa cosa è una cosa dimenticata da tempo. E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito per esempio tra i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze al villaggio, allora x me il giovedì è un giorno meraviglioso perché posso spingermi fino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni sarebbero tutti uguali ed io non avrei mai vacanza”. 

Così il piccolo principe addomesticò la volpe e quando arrivò il giorno di partire lei disse: “Io piangerò….” . Lui rispose: ” Te l’avevo detto io, la colpa è tua, io non ti volevo fare del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi….e adesso mi dici che piangerai…allora che ci guadagni?”. “Ci guadagno il colore del grano”……

"Ora vai a rivedere le rose nel giardino all’angolo, capirai che la tua è unica al mondo e poi, quando verrai a salutarmi, ti regalerò il mio segreto” rispose. Il piccolo principe andò a rivedere le rose rimanendone stupito…ma avvicinandosi e parlando con quelle rose capì una cosa molto importante che spiegò in questo modo: “Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente, nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe, non era che una volpe uguale a 100.000 volpi. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è x me unica al mondo. Voi siete belle ma siete vuote. Non si può morire x voi, certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché lei l’ho innaffiata, perché è lei che ho messa sotto una campana di vetro, perché è lei che ho riparato col paravento, perché su di lei ho ucciso i bruchi. Perché lei ho ascoltato lamentarsi e vantarsi o anche qualche volta tacere. Perché lei è la mia rosa”. 

Quando si ebbe sfogato tornò a dire addio alla volpe e lei le disse il suo segreto: “E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. Gli uomini hanno dimenticato questa verità, ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa….” E sparì nella sua tana. Poi il piccolo principe nel suo vagare incontrò il serpente che gli fece capire l’importanza di pensare qualcuno che è lontano e gliela fece capire così: “Se tu vuoi bene al tuo fiore che sta adesso lontano su una stella, è dolce la notte guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite x te….”. E lui capendo cosa diceva il serpente rispose: “Il mio fiore….io ne sono responsabile! Ed è talmente ingenuo e tanto fragile. Ha quattro spine da niente x proteggersi dal mondo…”.

Ecco, il piccolo principe non lo vide più nessuno da quel momento. Ognuno la pensa a suo modo, qualcuno ipotizza che abbia continuato il suo viaggio, io sono quasi certa che sia passato a prendere la sua volpe e sia tornato dalla sua rosa, a prendersene cura, ad annaffiarla tutti i giorni, a capire che era l'unica che potesse amare in quel modo, perchè quello che c'è tra loro andava oltre.

Perchè il Piccolo Principe io non ci credo che non sappia capire cosa sia importante per lui  nè di quello che farebbe piacere alla sua rosa e alla sua volpe, che le è stata accanto così tanto tempo prima di salutarlo e a cui ha fatto molto male andando via per cercare altro....... E' confuso, ha paura, non capisce, ma il Piccolo Principe ha tanto amore dentro, non può andare nella direzione sbagliata....

Non sei mai stata una dalle mezze misure, proprio come me: o bianco o nero. Tanto di più quando si parlava delle teorie sull'amore. Ma forse in molti non lo hanno mai capito.

D'altronde se non lo hanno capito mentre eri qui, come possono capirlo ora che non ci sei?

Sono stanca di chiedermi cosa pensano tutti gli altri... liberi di vivere come vogliono la tua assenza. Liberi di dimenticare, di fare scelte sbagliate, di vivere amori impossibili e ridicoli, di passare sopra al tuo rispetto. Dopo la rabbia, mi fanno solo pena.

E parlo di tutti, anche di chi ti è stato vicino. Non possono continuare a tenere distaccate le parole dai comportamenti. Fino a prova contraria dovrebbero essere gli stessi.

Io so come sto io. So quanto ti penso, quanto ti incontro ancora, quanto la tua scelta ha influenzato la mia vita attuale... Quanto ti leggo ancora dentro in ogni attimo in cui quella sofferenza avanza. Mi ha permesso di capire il perchè..... Ora ancora di più.

Insomma io volevo solo dirti che mi manchi tanto. E di non preoccuparti per me perchè so che lo stai facendo, alla fine ne vengo sempre fuori in un modo o nell'altro. Cerca di stare serena.

Hai comunque una famiglia a cui pensare, anche da lassù.

Non lasciarli mai percorrere strade sbagliate senza che tu gli sia accanto, anche se non riescono a sentirlo. 

Per quanto riguarda me ti aspetto alla solita ora, sempre quella: il Piccolo Principe arriverà.



08 marzo 2013

Tu



Ti ho aspettato, oggi come ieri e come ti aspetterò domani.

Seduta nel vento in riva al fiume.

Il colore dell'acqua rifletteva il tuo sguardo, quello sguardo che non mi abbandona da quando l'ho incontrato per la prima volta.

Ti sento in questo tramonto che porta via il sole, come ogni notte porta via una parte di te.

Ti sto ancora aspettando.

E poi, come ogni giorno, ritorni prepotentemente insieme a quella luna, che appena arriva il buio illumina la notte dei miei pensieri.

Resto seduta nel vento ad assaporare il tuo profumo che sale veloce nella testa e poi scende lento e inesorabile fino al cuore.

Tu che non ci sei, tu che sei a volte così lontano che l'anima perde la speranza di vederti.

Non riesco ad alzarmi per andare via...

Gli alberi si piegano contro questo vento che vuole spazzarti via dalla mente, ma che nulla può contro il più piccolo e leggero dei fiori quando decide che deve sopravvivere.

I colori si mischiano nel cielo.

Spruzzi di battiti d'ali si rincorrono tra le nuvole, mentre si placa la sua forza.

Spengo l'ultima sigaretta e accendo l'ultimo ricordo.

Ti porto con me, ovunque andrò.


04 marzo 2013

L'amore, quello eterno come il loro, non conosce la parola fine.


“Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? 
Se desideri essere accanto a qualcuno che ami, non ci sei forse già?” 

 Dicono che l'amore sia amore punto e basta. Dopo questi mesi non ne sono così convinta.

C'è amore e amore.

Non dico per carità che l'amore non sia una cosa universale ma sono convinta che esistono amori di serie A e di serie B. E sei fortunata se conosci un amore di serie A.

Vi racconto una bella favola stasera, che mi ricorda alla lontana la storia d'amore del film UP!.

Due vecchi amici, lui e lei insieme da una vita. Fin da ragazzini, le prime esperienze passate insieme, i primi baci, le prime coccole, la prima volta...

Il primo lavoro che ti porta lontano, dove ti senti libero ma ti manca la tua famiglia, composta dagli occhi della tua compagna, quegli occhi che non ti abbandonano mai, anche quando sei sulla cima più alta del mondo e tremi dal freddo. Quegli occhi che sanno riscaldarti a chilometri di distanza....

E si prosegue il cammino, mano nella mano per affrontare tutte le difficoltà che la vita ti regala spesso senza troppi perchè.

Quello sguardo sempre alzato, quel cercarsi perennemente anche durante i litigi.

Poi si cresce, si diventa adulti, la famiglia si allarga e anche i problemi.

Ma si continua, si scivola e ci si rialza lo stesso, sempre insieme. A discapito di tutti i visi e le parole che la gente, altrettanto gratuitamente come la vita, ti piazza lì senza pensare che a volte sono coltelli nella carne.

Quella stessa gente che non sa capire, che non vuole vedere un pizzico oltre, che sa giudicare velocemente e dimenticare ancora più velocemente cosa vuol dire saper amare.

Tutti persi dietro i loro fatti.... senza mai saper ascoltare. Brutto vizio quello di chiedere e poi non ascoltare...

Un amore di quelli che va oltre l'affetto leggero, va oltre la fratellanza, va oltre il rincorrersi per una vita tra alti e bassi.

E si crescono i figli... figli che sono di una bellezza rara e non in senso estetico. E allora ti dici che se sono così il merito è di quell'amore immenso che trapela in loro, non può essere diversamente....

E poi c'è il lavoro e la vita quotidiana, che se non stai attento ti soffocano. Ma che se c'è l'amore ci si riesce sempre a rincontrare, anche nelle litigate di tutti i giorni, anche nei ricordi brutti, nelle parole di odio che ti escono solo se sei ancora in grado di amare.

Difficile capirne la differenza, ma se sai sentire con l'anima ne senti l'eco fin laggiù nel resto del mondo. Un eco che porta i segni di una bellezza sconfinata, che ha la stessa forza del vento che soffia forte lungo la scogliera...

Una canzone, cento canzoni. Che se le ascolti una dopo l'altra raccontano solo di quell'amore, di lui e di lei, della loro famiglia. Le parole sono macigni quando non fai finta di nulla e le leggi bene.

Non vi parlerò di un lieto fine come tutte le grandi (e chi lo ha detto che sono grandi?) storie d'amore sanno propinarci, perchè io ai lieti fine non ci ho mai creduto. 

Preferisco credere a quelle storie che il finale non sanno neanche che cos'è, quelle eterne come questa che vi ho descritto.

Perchè l'amore, quello vero, non conosce la parola fine. Mai.

[Ed è per questo che ho imparato che esiste amore e amore].

06 febbraio 2013

Le attese del cuore: quando ti manca, tanto.


Ci sono momenti in cui senti un crick strano, uno scricchiolio.

Qualcosa si rompe, o forse solo si incrina.

Forse il troppo correre, forse il troppo trovarsi a navigare lo stesso fiume spingendosi solo con le mani e con una canoa vecchia e semi distrutta. Prima o poi ci si stanca....

Forse le troppe parole tutte insieme, forse le troppe coincidenze... forse...

Eppure a volte ti risenti di colpo, completamente solo. Rapporti troppo finti o troppo veri che hanno bisogno di scendere a riva e prendere fiato.

Eppure passi ore mescolata alla tua agonia, alla ricerca spasmodica di un modo come un altro per recuperarli.... e nevroticamente giri a piedi scalzi nell'anima per far passare il tempo che diventa peggio di un macigno.

Si chiama "mancanza" di qualcuno. Quella mancanza che ti soffoca. E più cresci e più la senti in gola.

Anche se crescendo capisci che i tempi devono cambiare, devono cambiare anche se non sei d'accordo.

Non ci puoi fare nulla, quando diventi grande, devi essere grande. Punto.

E impari a piangere di nascosto, a pensare di nascosto, a sognare di nascosto.

Osservo gli occhi e i movimenti della gente.

Qualcuno prende nervosamente il cellulare e inizia a digitare, la faccia si fa cupa, lo rimette giù. E lo riprende. E lo rimette giù.

Aspetta un sms che molto probabilmente non arriverà più.

Qualcuno apre Facebook su una pagina di un profilo maschile. Cerca qualcosa che gli ricordi lui, l'ultimo messaggio, l'ultima telefonata....

Qualcun'altro ascolta musica tutto il tempo, in loop sempre la stessa canzone, la si sente fino a qui sotto le cuffie... che ricordi saranno?

Qualcuno scarabocchia su un foglio un nome pasticciato, grandi segni, piccoli cuore che si perdono nelle sbavature... e se è una donna, sai per certo che dietro a quel cellulare, a quella musica, a quella pagina e a quei disegni, c'è sempre dietro un uomo.

Un amore, un amico, una mancanza. Un click magari momentaneo...ma pur sempre un click di attesa, che pesa forse di più di una rottura a volte....

Tutti persi dietro a una mancanza nascosta, o quanto meno con questo tentativo, poco infallibile, di un attesa che sembra non avere fine, ma che ha ben chiara un inizio.

Ci sono quei giorni che vanno così, tra ricordi, parole vaghe che si perdono dietro al sole e sorrisi tristi. 

E messaggi leggi e riletti in attesa di uno nuovo...


03 febbraio 2013

Le anime sono destinate a trovarsi prima o poi


A volte mi domando che cosa faccia incontrare le persone.

Quale disegno ci sia dietro per conoscere qualcuno completamente fuori dal mondo di monotonia che generalmente si vive.

Si perchè seppur ricco di eventi, spunti, emozioni... è pur sempre una monotonia ripetuta, quella di ognuno di noi. Non penso che questa parola sia sempre negativa.

Alla fine una monotonia "voluta" è quella che ti fa sentire un po' più a casa.

E per me "casa" è una sicurezza. Non solo in termini di costruzione.

Ci sono momenti in cui, questa casa si trasferisce, per breve o lungo tempo negli occhi di qualcuno che incontri per caso.

Un attimo, qualche parola, pensieri in libertà. E ci costruisci dentro un angolo con dei grandissimi cuscini su cui riposare.

Qualcuno che ti sta accanto da anni e con cui puoi realizzare pareti, mobili, angoli e qualcuno che ti starà accanto forse per poco, dove costruire solo un piccolo angolo dove accucciarti per sognare.

Poco importa che sia donna o uomo. Ma deve diventare "casa".

Un casa senza pareti questa, dove sentire il vento sul viso, guardare notti di luna piena e mangiare schifezze. Dove sentirsi in piena libertà, dove camminare scalzi senza aver paura di cocci taglienti.

Perchè sai che è come una casa delle vacanze, dove non potrai vivere per sempre....

Che poi il tempo sia un galantuomo e sistemi al meglio le cose, questo è un altro discorso.

E allora mi ridomando: cos'è che fa incontrare queste persone?

C'è una frase di uno scrittore che amo spudoratamente:


"Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. 
Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. 
Probabilmente l'incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po' di sè, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. 
O forse accade perchè doveva accadere. 
Perchè le anime son destinate a trovarsi, prima o poi.

Paulo Coelho"

La vedo anche io così, e mai come in questo periodo sono convinta che le coincidenze non esistano, sono vie percorribili, sta a noi scegliere e a capire.

Ci sono fili conduttori che non conosciamo, che arrivano tramite altri percorsi, ma che ti trovi di colpo legati al polso, come un palloncino colorato.

Legami che creano legami, che aprono porte, che raccontano sogni ed emozioni.

Forse è molto semplice la risposta alla mie domande, forse è vero che "Le anime sono destinate a trovarsi prima o poi........."






31 gennaio 2013

Questione di tempi, di silenzi, di cuore.


Come sto?

Bah, non ancora bene, non sarà così ancora per un po'. Mi manca.

Mi manca lei e mi manca Lorenzo, lego sempre il mio piccolo a quella malinconia che mi viene in alcuni momenti dell'anno, in alcuni momenti particolari. Perchè lui è la mia essenza, lui è nove mesi vissuti insieme in simbiosi....

Lui è la persona che mi conosce meglio. Non c'è dubbio.

Eppure non c'è ormai da 9 anni. Fisicamente non c'è... ma ho imparato che il fisicamente è davvero limitato. Abbiamo bisogno di baci, carezze, di profumi, di lacrime... ma quanto sono importanti i rapporti emotivi che non hanno nulla di fisico?

Le assenze emotive sono quelle che fanno più male e su queste mancanze ti ritrovi a pensare di voler di nuovo abbracciare per poter rendere dei silenzi tangibili.

A volte, quello che non pensi ti tocchi più di tanto, sa devastarti dentro come un terremoto. Ricostruirci sopra la tua casa richiede tempo, forza e pazienza.

Richiede sorrisi, richiedi occhi vivi, richiede sensazioni positive, che si sforzano di andare oltre alla tragedia.

Non lo definirei così semplice.

Come non definirei così semplice la solitudine che si attraversa.

E non parlo di quella personale che si crea dentro. Il giorno del tuo funerale la folla sembra doverci essere per forza, tutti a vedere, salutare, fare le condoglianze. Io odio le condoglianze, cosa vuol dire "mi dispiace" in quel momento, se neanche ti sei fermato un momento a fare due parole prima?

A cosa servono se ricordi a malapena i suoi occhi e i suoi gesti?

Brutta abitudine l'ipocrisia. Non è essere lì, non è dispiacersi e basta. E' stare male, è restare vicino a chi ne ha bisogno nonostante i pregiudizi, le mille parole dette, le invenzioni di paese.

E' sorridere tristemente ma sorridere, è una parola, un gesto, è un imbarazzo che superi come tutte le volte a cui tieni una persona e tenti di andare oltre.

Ci sono state persone al funerale di mio figlio che non so più neanche che faccia abbiano. Ne avrei avuto più bisogno dopo che durante. In quel momento sapevo piangere anche da sola. Se sono in piedi, nonostante la vita sia andata all'incontrario, è per chi mi è stato accanto davvero dopo, quando mi ha prestato la sua spalla per lacrimare fino a non avere fiato, per quel messaggio in più mandato, per quella telefonata fatta a dirmi semplicemente di piangere insieme.

Questione di tempi, di silenzi, di cuore.

Non si può dimenticare, non si può cancellare, non si può dire è successo ora stai bene. Cazzo no, non si può, abbiate almeno la delicatezza di non pensarlo, di non parlare, di sfruttare il silenzio nel modo corretto una volta tanto.

Non ci stai bene, proprio no. E prima o poi accade a tutti di rendersene conto.

Non si possono rubare le crepe dell'anima, si può solo tentare di aggiustarle o semplicemente tentare di riempirle con qualcosa di altro che possa far nascere un fiore su un terreno devastato.

Non importa che fiore sarà, basta che sia così profumato da far capire che c'è ancora terreno fertile.

Che il male massacra ma che porta sempre qualcosa di buono, nonostante questo pensiero sembri una bestemmia....

So solo che se davvero esiste qualcosa oltre questa vita terrena, loro ora, in qualche modo, sono insieme. Lei sapeva di Lorenzo, aveva vissuto il mio dolore e io ora ho vissuto il suo.

Adoravamo fare i palloncini a tutte le feste, sempre io e lei. Li truccavamo, sempre io e lei. Parlavamo, sempre io e lei.

Bisogna pur credere in qualcosa quando la tristezza si impossessa di te finchè non riesci a buttarla via, ognuno ha diritto di credere in qualcosa.

E io ci voglio credere guardando con gli occhi di un bambino....

Perchè le piccole mani di un bambino sanno essere così immesamente grandi quando si allungano verso di te.... 


13 gennaio 2013

Preghiera per un'amica che non c'è più


Ieri c'è stato il funerale.

Io sinceramente ho ancora la testa nel pallone, ancora penso a lei, ai suoi figli, a suo marito. Mille domande, mille risposte che non avrò e non avremo mai.

Ieri ce ne è voluto davvero tanto di coraggio per il dolore che avevo dentro. Al mattino prima i fiori, poi in camera mortuaria per portarle almeno, anche se ci sono riuscita limitatamente, l'ultimo saluto e un piccolo fiore da portare sempre con sè.

E poi c'è stata la messa. Già. Io non credo più in quel tipo di religione da un po', ma ho dovuto (prima di tutto per l'amicizia che ci legava), stare dentro a seguire.

Mi hanno chiesto se nessuno avesse scritto nulla da leggere.

Mi sono sentita in dovere di farlo io, io amo scrivere, scrivere è il mio lavoro, lei è la mia amica. D'altronde lo avevo appena fatto qui, come non farlo? Di parole ne ho così tante da dirle ancora.... e sono convinta che il coraggio avrei dovuto trovarlo per lei.

Cuore in piena tachicardia, gambe che tremavano e voce rotta dal pianto, ma ci sono riuscita, ho semplicemente pensato di averla di fronte e di parlarle.


"Sei solamente passata dall'altra parte: è come fossi nascosta nella stanza accanto. 

Perché dovresti essere fuori dai nostri pensieri e dalla nostra mente, solo perché sei fuori dalla nostra vista? 

Avevi gli occhi belli, di quelli profondi, di quelli sinceri. 

Sei stata una mamma splendida, basta guardare i tuoi figli: rispecchiano la donna meravigliosa che sei sempre stata.

Hai scelto di spiccare il volo dove forse pensavi che sarebbe stato tutto più facile. Io non so se è davvero così, non so se sia mancanza di coraggio o se ce ne voglia troppo per farlo.

Ma ora vestiti della tua nuova serenità e allena il tuo cuore per continuare a sognare il meglio, non smettere mai di sognare.

Gli angeli ti sono accanto dovunque tu sia e qualunque cosa tu stia facendo, quando ti sentirai sola, tendi le orecchie del cuore, li sentirai accanto a te.

Ora liberati dai pensieri negativi, allenta il legaccio che ha stretto il tuo grande cuore e respira... andrà tutto bene.

Ascolta le nostre preghiere, ama e continua a sorridere, con quel sorriso che ci è entrato dentro fin dal primo giorno in cui ti abbiamo conosciuta.

Proteggi la tua famiglia con l'amore che hai sempre saputo regalare e continua ad abbracciare XXX, XXX e XXX. Sussuragli la buonanotte e aiutali nelle difficoltà quotidiane, solo come la loro mamma sapeva e saprà fare...

Asciuga le tue lacrime e non piangere, se ci vuoi bene: il tuo sorriso è la nostra pace.

Riappropriati di ciò che sei e vola, vola più in alto del sole e sii felice, oggi e sempre sii felice...i nostri cuori sono in viaggio con te". 

Ecco, io ancora ho solo dentro lei in questi giorni.

09 gennaio 2013

Addio amica mia, hai deciso di dirci addio...


Non ci sei più. Purtroppo, da stanotte, non ci sei più. 

E io ancora non ci credo.

Non capisco, non è vero.

Avrei solo voluto poterti aiutare di più, prendermi cura di te con più attenzione. 

Ti sei suicidata in casa con una corda.... che sia dura come frase è purtroppo la verità massacrante, la verità.

Il tuo sorriso non se ne va dalla mente.

Amica mia sai ora cosa ricordo maggiormente di te? Che sei stata una mamma splendida, che nei tuoi figli si rispecchia la donna meravigliosa che sei sempre stata.

E tu hai amato alla follia i tuoi figli...

Io non posso capire, non ci riesco, scusami. 

Non per il gesto in se stesso, un gesto folle, estremo.. ma i problemi a volte sembrano così grandi che la mente non sa superarli.

Non riesco a capire come tu abbia potuto farlo amando in modo così enorme i tuoi piccoli gioielli, come tu possa avergli dato un fardello così pesante da portare a quell'età. 

Non lo avresti mai fatto, non avresti mai dato un dolore proprio a loro, eppure non sei riuscita a proteggerli come avresti voluto. 

Avevi gli occhi belli, di quelli profondi, di quelli sinceri.

Eri carne e ossa da mesi, ma di una femminilità rara. E il tuo sorriso ha nascosto bene il tuo dolore così profondo, tanto profondo da non sapere che quella sarebbe stata la fine.

Quanti dubbi, quante domande, quanti perchè.... Quanto aiuto non hai chiesto e ne avresti avuto bisogno.

Cosa ti ha distrutto per arrivare a questo gesto? Cosa? Sto male, mi gira la testa.. e sono così arrabbiata che spaccherei il muro a pugni.

Avresti dovuto restare qui, avresti dovuto accettare le mani tese, non serve non esserci più, hai fatto un dispetto a chi amavi di più, non a chi non ti amava abbastanza da evitare di darti questo dolore.

Mi manchi. Mi mancherai. Mi mancheranno le nostre poche parole in chat, le lunghe chiacchierate di come le cose erano complicate, di come crescevano i bambini, di come si sono "innamorati" e "fidanzati" i nostri cuccioli, dei loro baci, dei loro biglietti d'amore, di come saremmo stati parenti....

Tutti e nessuno abbiamo colpe. Ma tu non ci sei più...

Hai scelto di spiccare il volo dove forse pensavi che sarebbe stato tutto più facile. Io non so se è davvero così, non so se sia mancanza di coraggio o se ce ne voglia troppo per suicidarsi.

Penso alla tua principessa e al tuo piccolino, ora i tuoi bambini non potranno più chiamare mamma.

Chi li curerà ora che non ci sei più?

Chi li metterà a letto?

Chi li aiuterà a superare tutte le difficoltà della vita?

Chi leggerà loro le storie?

Spero solo che in qualche modo, per qualche cavolo di motivo tu ora sia finalmente più serena, che tu abbia quella brezza di tranquillità che mi dicevi sempre di non avere più da tanto tempo. Che la tua scelta sia stata giusta, almeno per te.

Cerca solo di proteggerli ora da lassù, loro conoscono solo i tuoi sussurri, le tue carezze, i tuoi sorrisi... io non so come, ma cerca solo di continuare ad abbracciarli..


Quante bugie ci raccontiamo (e quanto siamo brave a farlo).



E sono tornata all'ovile. Chissà perchè quando i periodi non sono dei migliori, il posto dove ti senti più tranquilla è proprio casa.

Casa dove si vive, casa online. Poco importa.

E' da Natale che ho dolori alla pancia. Guarda caso è da prima di Natale che le notizie non proprio positive si susseguono.... ecco allora la visita dal chirurgo per escludere qualcosa di urgente da operare con mia non sana prospettiva subissata dalla paura di quella cosa definita ospedale.

Qualsiasi tipo di ospedale che sia a me manda in tilt. Detto ciò e ringraziando che per ora me lo posso permettere, le visite private si sa, hanno la precedenza (incluso il fatto che persone amiche ti aprano la corsia preferenziale). Esami sotto le feste fatti tra un giorno di chiusura e l'altro e visita finale negativa.

Ma mica finisce qui. Ieri sono andata dalla gastroenterologa.

Persona squisita. Persona umana. Medico con due palle così che soffre dello stesso disturbo che cura. Qualcuno dirà ah bene, io dico benissimo. Perchè sa cosa vuol dire, sa quanto la colite spastica nervosa incida in maniera negativa sulla tua vita.

Ne soffro ormai da anni, sembra che a sto giro sia implosa del tutto.

"E' inutile che io le spiega quali sono i motivi e cosa succede, lei in realtà lo sa benissimo, forse se lo vuole solo sentire dire..."

......

"Sa, nella pancia abbiamo un secondo cervello, e non ha idea di quante bugie ci raccontiamo e di come siamo bravi a raccontarcele".

Già. Nulla di grave, ma non va tutto bene. Pensare positivo dicono. Peccato che non sempre ci si riesca. Peccato che io non sia una di quelle persone che sa farsi scivolare addosso tutto, o meglio, sembra.

Solo che dopo, nel profondo, all'interno, tutto agisca in modo autonomo e in stile anarchico.

Se poi c'è chi accende la miccia proprio prima delle feste, ecco fatto il capodanno in anticipo.

Non do colpe a nessuno, sia chiaro, le colpe sono esclusivamente della sottoscritta (probabilmente). Ora tentiamo di tirarci su. Le medicine nuove ho iniziato a prenderle, e da ieri sera pure quella simpatica dieta (o meglio la definirei regime sovietico alimentare) ha avuto il meglio su di me.

Cosa NON posso mangiare? Tutto

Cosa posso mangiare? Kamut, riso nero, riso rosso, farro. Bresaola, tacchino. Formaggio di capra. Zucchine, cicoria, carote. 

Per almeno un mese ecco le cose che entreranno nel mio stomaco e nella mia pancia. (Ora io & loro dobbiamo abituarci).

"Deve dare una pulizia generale, buttare via tutto lo schifo. Ma l'importante, la prima cosa da fare, è che deve ritrovare se stessa".

Già.


07 gennaio 2013

Non sarà un arrivederci.


Lo devo fare qui, perchè qui è iniziata un'epoca.

Il mondo di strafalcioni, di risate, di pianti, di mal di stomaci..... e qui non posso fare altro che dover scontrarmi con un altro addio.

Perchè poi alla fine di quello si tratta, non sono mai solo degli arrivederci i rapporti importanti che in qualche modo si devono separare.

No, io non parlo di amore, ma di amicizia si, di stima, di unione, di feeling, di sguardi che si capivano da soli. Di un uomo che ha sempre saputo le mie cazzate, i miei sbagli, di un amico che mi ha sostenuto in brutti momenti e che ha gioito con me in altri.

Di un uomo che ha sempre creduto in me dimostrandomelo.

Di un uomo che mi faceva arrabbiare come pochi sono riusciti a fare.

E qualcuno che mi ha già portato via una delle cose più importanti della mia vita, i miei sogni, ora mi porta via anche lui.

Doppio tradimento.

L'ho presa male, malissimo. Anche se la vita è personale e io non ci posso proprio fare nulla. Se non tentare di ingoiare il groppone e le lacrime.

Perchè mi viene da piangere, sono fatta così. Oggi l'ho fatto anche davanti a te.

Mi mancherai. Perchè sei stato un amico, un maestro, un valido "avversario" con cui scontrarsi per migliorare.

Ecco, ora chi ci sarà a fare tutto questo? Chi ci sarà?

Ho ancora troppe cose da scrivere, domani lo farò. Forse dopo domani.

Lo devo fare, me lo devo per non morire dentro, per non avere così paura e così male.....


06 gennaio 2013

Sfilate A/I 2013-14 uomo: come essere un perfetto fashion blogger

Al via le sfilate uomo, con un ricco susseguirsi di show: da Londra, passando per il Pitti, arrivando a Milano e concludendo con Parigi. Come essere protagonisti di questo meraviglioso spettacolo mediatico? La risposta è scontata: diventate dei (brillanti) fashion blogger. Basta poco, qualche accessorio glam ma pratico, un’occhio attento alle tendenze e velocità di sharing. Noi, da brave cool hunter, vi regaliamo qualche consiglio per giocare al meglio le vostre carte in rete. Live blogging, live your Elle.it!

LINK: http://www.elle.it/Moda/Speciale-Uomo-A-I-2013/Sfilate-A-I-2013-14-uomo-come-essere-un-perfetto-fashion-blogger#1



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